Fonti pulite
Via libera al biometano per i trasporti
Il Gse ha pubblicato le procedure di qualifica. Soddisfazione è stata espressa dal presidente del Cib, Piero Gattoni
Nel bel mezzo delle vacanze estive uno dei tanti casi che coinvolge l’Italia delle rinnovabili ha finalmente avuto uno sbocco positivo. Anche se, dopo i tanti passi in avanti dell’ultimo anno e mezzo, l’esito positivo era tutto sommato previsto. Il tema in questione è quello del biometano, ovvero il biogas (ottenuto dalla digestione anaerobica di effluenti zootecnici, sottoprodotti agroindustriali, colture di integrazione e frazione organica dei rifiuti urbani) raffinato e reso del tutto simile al gas di origine fossile. La novità è che, dopo anni di discussione, anche in Italia potrà prendere avvio la produzione di biometano per i trasporti.
Il Gse, il Gestore dei Servizi Energetici, ha infatti pubblicato mercoledì 5 agosto le procedure di qualifica degli impianti di produzione di biometano e quelle applicative per la richiesta e il rilascio degli incentivi per il biometano, trasportato con modalità extra rete a mezzo carri bombolai. A questo link sono disponibili tutte le specifiche tecniche del Gse per presentare la domanda. Quello che è più importante è che, con questo passaggio, si è chiuso il complesso iter attuativo avviato con il decreto ministeriale 5 dicembre 2013. In realtà, per la completa equiparazione al gas naturale (e la conseguente immissione diretta in rete) manca ancora un passaggio, ossia il necessario aggiornamento del ‘codice di rete’.
«Le aziende agricole – ha commenta Piero Gattoni, presidente del CIB – hanno una nuova opportunità di diversificazione di mercato, per creare nuovi occupati e migliorare la sostenibilità delle loro aziende. Questa volta soprattutto il Sud non dovrà trovarsi impreparato. Il GSE ha compiuto un ottimo lavoro tecnico, così come i ministeri coinvolti e in particolare il sottosegretario Giuseppe Castiglione, a cui il Mipaaf ha conferito la delega per le agro energie».
«Ci vorrà del tempo – prosegue Gattoni – ma le imprese ora sanno di poter contare su un quadro normativo perfettibile ma completo. Ci aspettiamo che anche la parte del decreto relativa all’immissione in rete vada avanti, coerentemente con le evoluzioni normative europee. Il biometano, l’unico vero biocarburante avanzato prodotto con biomasse made in Italy, è strategico per il “sistema-Paese”. Rappresenta una possibilità di sostegno per l’agricoltura, che in un momento di crisi, può diversificare il reddito senza creare competizione con l’alimentare, per l’indotto dell’industria del gas nella quale esprimiamo delle eccellenze a livello globale, per l’industria automobilistica che primeggia nelle vendite del segmento, ed infine per i consumatori e l’ambiente. Utilizzare i veicoli a metano infatti non solo fa bene all’ambiente ma è conveniente e fa risparmiare».
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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filippo
scrive il 18 settembre 2016 alle ore 12:40
Buongiorno a tutti, spero di aver scelto la sede giusta per effettuare alcune domande. Sono uno studente universitario e devo preparare una tesi sulla convenienza o meno di produrre biometano da reflui zootecnici, volevo porre alcuni dubbi a chi fosse ben informato circa l'argomento (o conoscesse qualcuno che lo sia) e abbia la cortesia di rispondermi: 1- Gli incentivi previsti dal DM 5/12/13 circa l'utilizzo di biometano in impianti di cogenerazione ad alto rendimento (CAR), sono gli stessi previsti per l'utilizzo di biogas (è presente nel citato decreto un paragrafo che rimanda al DM 6/7/12 dove sono specificati gli incentivi per l'uso di biogas in impianti CAR). Se sono un allevatore proprietario di allevamento, digestore e motore per CAR allacciato alla rete elettrica, perché dovrei prevedere la realizzazione di un impianto up-grading (ulteriore costo e non indifferente) per la trasformazione di biogas in biometano, se gli incentivi per la generazione di energia elettrica sono gli stessi? Lo chiedo dal momento che nel decreto si fa esplicito riferimento alla conversione di impianti che utilizzavano biogas in impianti che utilizzano biometano (tra l'altro gli incentivi subiscono una decurtazione per quest'ultima operazione). 2- Sono un allevatore proprietario di allevamento, digestore, e impianto di up-grading, ma sono sprovvisto di un motore per la generazione di energia elettrica. Scelgo di immettere in rete il biometano che produco al fine che venga utilizzato in impianti CAR. Nel decreto 5/12/13 si dice che il produttore di biometano deve stipulare un contratto bilatere di fornitura con chi effettivamente utilizza il biometano per di produrre energia (qualcuno che possiede un generatore). Gli incentivi derivanti dalla produzione di energia elettrica (in €/MWh) spettano a chi effettivamente produce energia elettrica o una quota parte va anche al produttore di biometano? Cioè, la remunerazione che spetta al produttore di biometano (allevatore) deriva solo dalla fornitura regolata dal contratto oppure gli spetta una quota degli incentivi? (il biometano per autotrazione per esempio gode di questa formula, il produttore di biometano trae un beneficio sia dalla fornitura che dagli incentivi). 3- le incentivazioni previste per il biometano hanno tre origini: immissione in rete (rete del gas naturale) senza specifica destinazione d'uso, immissione in rete per utilizzo in impianti CAR e immissione in rete per autotrazione. Ognuna di queste modalità ha incentivi diversi. Sono un produttore di biometano e scelgo, per esempio, che il biometano che immetto in rete venga utilizzato in un impianto CAR, chi mi garantisce che il biometano che immetto in rete arrivi effettivamente al terminale che scelgo? Sono previsti sistemi di misurazione a monte ed a valle della rete che scandiscono il quantitativo di biometano pattuito per esempio nel contratto bilaterale? 4- La legge prevede ulteriori premi in aggiunta alle tariffe base se si recupera/rimuove azoto, in particolare: premio di 30 €/MWh per rimozione del 60% dell'azoto totale in ingresso all'impianto, premio di 15 €/MWh per recupero del 40% di azoto (il valore del premio è modulato in base a taglia e matrici usate). Volevo chiedere cosa si intende per "recupero" e cosa per "rimozione", in più credevo che queste operazioni si facessero sul digestato ma nei testi legali si parla di recupero/rimozione in ingresso all'impianto e non capisco quindi queste operazioni dove vengono fatte. Volevo chiedere quanto costino orientativamente (impianto e gestione) le operazioni di recupero/rimozione, ed infine chiedere se il digestato in uscita dal digestore possa essere utilizzato tale e quale come fertilizzante o necessiti di trattamenti (quali recupero/rimozione azoto come avevo pensato). 5- Quali sono orientativamente i prezzi relativi alla fornitura di biometano che un allevatore, produttore delle stesso, richiede per esempio a chi gestisce un impianto CAR o un distributore di metano per autotrazione? Chiedo scusa per la lunghezza del messaggio, spero le domande siano chiare e che qualcuno abbia la cortesia e la gentilezza di rispondermi, grazie.