Concentrated Solar Power
Solare termodinamico, 235 MW in dirittura d’arrivo
Lo prevede l’Anest. Ma sul futuro di questa fonte incombe sempre la sindrome NImby
Si tratta di una delle fonti di energia su cui l’Agenzia dell’energia punta sempre di più, tanto da pronosticarle un futuro quasi alla pari con il fotovoltaico a livello globale. Una tecnologia che, tra l’altro , è molto legata al nostro Paese, poiché è nata a partire da un’intuizione del premio nobel Carlo Rubbia. Stiamo parlando del solare termodinamico, una tecnologia che – nonostante l’attivismo degli attori nazionali, non ha però sinora incontrato grande successo sul mercato nazionale. Attualmente, oltre agli impianti dimostrativi di Massa Martana e Priolo, sono operativi soltanto piccoli impianti o impianti accoppiati ad altre fonti rinnovabili.
Eppure ora la situazione potrebbe sbloccarsi : come riferisce l’Anest, la principale associazione di categoria, nei mesi scorsi sono state sviluppate iniziative nei confronti delle Regioni coinvolte (Basilicata, Sardegna, Sicilia) per far percepire l’importanza e la ricaduta locale degli investimenti derivanti dalla realizzazione degli impianti, e le risposte sono state positive. Tanto che oggi alcuni impianti sono oggi in dirittura di arrivo nel loro iter autorizzativo. Tali progetti si trovano in Sardegna, 2 impianti da 50 MW, in Sicilia, 7 impianti per una potenza complessiva di 85 MW circa, e in Basilicata, 1 impianto da 50 MW.
Pertanto nel 2015 dovrebbero essere avviati cantieri per non meno di 235 MW, con un investimento complessivo valutato nell’ordine di 1,5 miliardi di euro, e con ritorni importanti in termini occupazionali. Per esempio un impianto da 50 MW occupa circa 1.500 persone nei due anni necessari alla sua costruzione e oltre 50 persone assunte nella fase di esercizio (almeno 25 anni). Inoltre sono in fase progettuale e di iter autorizzativo altri impianti, per la maggior parte localizzati nelle medesime regioni – per un’ovvia questione di DNI – che potrebbero contribuire per ulteriori 100 MW circa. Dunque Anest è moderatamente ottimista nel raggiungimento degli obiettivi al 2020 fissati dal nostro Paese (600 MW di installato).
Resterà però da vedere se, alla prova dei fatti, cioè all’avvio effettivo dei cantieri, il solare termodinamico reggerà all’urto del Nimby (Not in My back Yard), che colpisce e rallenta la costruzione degli impianti da fonti rinnovabili. Qualche avvisaglia di opposizione ai progetti termodinamici, soprattutto in Sardegna, si è già avvertita, dunque sino all’allaccio alla rete degli impianti non si potrà dare niente per scontato, l’esperienza insegna.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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