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Fotovoltaico

Solare tedesco in crisi: chiude anche Sovello

La società produttrice di pannelli ha dovuto licenziare gli ultimi 500 dipendenti e fermare la produzione, perché senza più un soldo in cassa

Scritto da il 27 agosto 2012 alle 9:00 | 0 commenti

Solare tedesco in crisi: chiude anche Sovello

La Germania resta sempre il maggiore mercato mondiale del fotovoltaico, ma i produttori locali di celle e moduli sono sempre più in difficoltà. Sovello, una delle aziende leader del fotovoltaico con sede nella Sassonia-Anhalt, nell’est del Paese, ha annunciato la fine delle attività produttive a partire dal 27 agosto. Le difficoltà finanziarie dell’azienda erano state ufficializzate lo scorso 14 maggio con l’avvio della procedura d’insolvenza, che ha fatto precipitare ulteriormente le vendite e la situazione complessiva.

Il curatore fallimentare, Lucas Floether, ha addirittura rivelato che soltanto raschiando il fondo dal barile si è riusciti a trovare i soldi per pagare i salari d’agosto. Così, dopo i 500 dipendenti licenziati all’inizio d’agosto, adesso anche i 500 lavoratori rimanenti hanno ricevuto la lettera di dimissioni, «poichè al di là di questo mese non ci sono più soldi», ha precisato Floether, secondo cui la prosecuzione della produzione avrebbe soltanto aggravato la crisi.

Lo stop non fermerà la ricerca di un investitore disposto a rilevare l’azienda, ma gli stessi curatori fallimentari non appaiono particolarmente ottimisti a proposito. Il fallimento di Sovello arriva dopo le difficoltà palesate dai colossi Solon e Q.Cells, che nei mesi scorsi avevano dato il via alle procedure d’insolvenza. Anche in quest’ultimo caso la crisi appare legata alla aggressività della concorrenza asiatica più che a un deficit nell’offerta di prodotto. Sovello in effetti, era riconosciuto come un marchio di qualità nel settore fotovoltaico, tanto da essere premiato come Top Brand PV 2012 dalla EuPD Research, l’istituto per le ricerche di mercato e i sondaggi d’opinione di Bonn, a fronte di un’indagine condotta tra gli installatori e i clienti finali.

Tutto ciò, evidentemente, non basta a frenare le aziende asiatiche che, grazie alla politica di prezzi low cost, controllano ormai il 60% della produzione mondiale di pannelli. L’industria europea del solare ha intentato nelle scorse settimane una causa presso la Commissione europea, accusando i concorrenti cinesi di dumping, ma l’impressione è che la partita per i produttori comunitari sia già in buona parte perduta.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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