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Solar Asset Management, la parola agli esperti

Sistema Solar Asset Management

Solar Asset Management, la parola agli esperti

L’evento di Solarplaza è stato un importante appuntamento e ritrovo per molti addetti ai lavori per comprendere le tendenze del mercato O&M

Scritto da il 11 novembre 2016 alle 11:00 | 0 commenti

Solar Asset Management, la parola agli esperti

Quali sono le tendenze chiave del mercato fotovoltaico in termini di O&M? Come ci si sta muovendo a livello internazionale? Solar Asset Management ha fornito più di una risposta, offrendo spazio a dati, analisi e pareri autorevoli di alcuni dei più importanti protagonisti del settore.
In occasione dell’appuntamento internazionale, Tekneco ha voluto “tastare il polso” ad alcuni esperti convenuti nella due giorni di convegno milanese.

 O&M, situazione e tendenze

Partiamo da come si muoverà il mercato in termini di Operation and Maintenance: secondo Antonio Bilella, di CTFSolar Gmbh, fornitore mondiale di impianti fotovoltaici e thin film, «ci saranno delle difficoltà, si assisterà a una crescita non più significativa come negli anni scorsi, ma la più grande sfida sarà quella giocata nel lato asset management O&M per far produrre di più gli impianti, ottimizzando le prestazioni. D’altronde i contratti energetici sono sempre meno redditizi e quindi le società di O&M devono lavorare con particolare attenzione sulla performance degli impianti».
Secondo Marco Cortese business development manager di Security Trust, realtà specializzata in sicurezza a tutto campo, «c’è decisamente attenzione da parte di tutti i player nella gestione dei parchi solari. Assistiamo a una sorta di scontro tra l’approccio puramente economico e quello realmente industriale del settore, dato che stiamo parlando di centrali di produzione energetica. Quello finanziario, dominante nei primi anni, a fronte delle problematiche tecniche, è un aspetto che oggi ha la necessità di essere rivisto».
Per quanto riguarda le tendenze in atto sempre in termini di manutenzione è che essa risulta «un punto fondamentale specie quando si vanno a vedere asset che hanno 4/5 anni», è l’opinione di Matteo Riccieri, chief operating officer di RTR Rete Rinnovabile, primo produttore in Italia di energia elettrica dal sole e uno dei più importanti in Europa, parla del mercato. Più che di manutenzione «dobbiamo parlare sempre più di improvement – prosegue – quindi da un lato la manutenzione è importante per gestire e consolidare quello che già c’è, dall’altro avere un’esperienza, una capacità di analizzare gli impianti e valutare i possibili spazi di miglioramento personalmente credo sia un grande valore aggiunto».

Più attenzione alla sicurezza

Quello della sicurezza è un altro tema molto sentito: «se in fase costruttiva è stato fortemente sottostimato oggi, invece, è al centro dell’attenzione, basti pensare ai furti di materiali con i conseguenti extra costi – evidenzia Cortese – Le stesse compagnie assicurative stanno rivedendo le loro politiche e stanno ponendo più attenzione nella gestione e nell’utilizzo dei componenti utilizzati».
A proposito di richieste attuali in materia, esse si focalizzano fondamentalmente, secondo il manager, sulla possibilità di avere un controllo maggiore e di garantire determinati livelli minimi e affidabilità. E in termini di O&M come ci si sta regolando? «C’è sempre maggiore consapevolezza che questi sistemi abbisognino di una manutenzione dedicata. Ciò significa che molti O&M provider non sono in grado di utilizzare gli strumenti che oggi servono per la normale gestione delle apparecchiature di sicurezza come barriere a microonde, telecamere/termocamere speciali o sistemi ancora più complessi anche per il rilevamento di presenze non autorizzate. Questo implica che l’attenzione da parte di noi produttori, gestori e system integrator di apparecchi si sta rivolgendo al lato manutentivo degli stessi sistemi. Il proprietario, che sia un asset owner o di diversa natura, sta iniziando a comprendere la necessità e l’urgenza di avere un personale realmente qualificato per svolgerlo».

Monitoraggio dei dati

Abbiamo già accennato al valore dei dati e del loro monitoraggio per assicurare prestazioni adeguate nei parchi solari. Quali sono le richieste più significative? Lo abbiamo chiesto a Simone Contini, direttore tecnico Novaproject, azienda specializzata nel settore: «Quello che chiede il cliente è la bontà del dato. Mentre prima, in fase d’installazione il monitoraggio veniva un po’ trascurato, perché ritenuto accessorio e non vitale come può essere un inverter o un pannello fotovoltaico, da quando invece si è sviluppato il mercato secondario i clienti che acquistano gli impianti guardano invece in maniera fondamentale al sistema di monitoraggio, in particolare: quali investimenti dovranno fare e se vale o meno la pena portarlo nella propria piattaforma o integrare il monitoraggio esistente nella propria piattaforma senza fare interventi installativi di impianto e creando una interconnessione tra i sistemi esistenti. Di sicuro, in quest’ultimo caso, per il cliente è la soluzione preferibile».
In termini di tendenze future «si punterà sempre più sul monitoraggio predittivo, e in questo caso le soluzioni cloud mettono a disposizione tecnologie specifiche che offrono potenze di calcolo che altrimenti richiederebbero investimenti cospicui da parte dei proprietari, sia hardware che software» conclude Contini.

Attenzione a clima e ambiente

La questione legata all’attenzione all’ambiente e al clima è sicuramente un pensiero non certo marginale. «A livello europeo c’è un’esperienza matura sul solare – è l’opinione di Riccieri, tra i relatori della prima giornata – sia a livello residenziale che industriale. Sul residenziale la conoscenza del fotovoltaico e dei suoi vantaggi è ormai assodata e si assiste a un trend crescente in termini di installazioni, finalmente in controtendenza rispetto agli ultimi anni. Sul lato industriale vedo due driver principali per le nuove installazioni: il prezzo dell’energia e gli aspetti regolatori. La COP21 ha dato un grosso input in partenza, poi a livello regolatorio non mi pare ci siano stati atti concreti rispetto agli intendimenti originari. Ma una sorta di rivoluzione si è già messa in marcia ed è solo questione di ottiche di investimento per nuove installazioni». L’Accordo di Parigi, da poco entrato in vigore, che ripercussioni ha o avrà sul segmento solare? «La firma è una sorta di framework: da lì dovrebbero partire le azioni più specifiche per ogni singolo paese. Quindi mi aspetto un ambiente più favorevole anche in Italia. “Il dado è tratto”, quindi ora si tratta di lavorare e non attendere».

 


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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