normativa
Si riaccende lo scontro sugli oneri di sbilanciamento
L’Anev boccia il documento di consultazione predisposto dall’Autorità per l’energia e annuncia battaglia
La complicata e combattuta questione degli sbilanciamenti in materia di energie rinnovabili sembra destinata a conoscere nuovi capitoli. Ma partiamo dall’inizio, ossia dal significato di sbilanciamento: l’Autorità per l’energia, all’inizio del 2013, aveva stabilito che i produttori di elettricità da fonti rinnovabili dovessero pagare i cosiddetti “oneri di sbilanciamento”, ossia i costi che il gestore della rete deve sostenere per sanare le differenze tra il programma di immissione e la produzione oraria effettiva di un impianto. Questo ha comportato di fatto che la generazione dei singoli impianti da fonti pulite dovesse essere programmata e prevista dai proprietari degli impianti, sulla base dello storico e delle previsioni meteo. In caso di scostamenti, il proprietario è tenuto a pagare di tasca sua. Quello che hanno sempre lamentato gli operatori delle rinnovabili, in particolare quelli dell’eolico, è che la natura stessa della fonte rendesse questi errori inevitabili e abbondanti, condannandoli così al pagamento di cifre ingenti.
Ecco perché l’Anev, la principale associazione di categoria, si è sempre battuta in sede giudiziaria contro il provvedimento dell’Autorità. Sino alla clamorosa vittoria di pochi mesi fa, con l’annullamento da parte del TAR Lombardia e del Consiglio di Stato della normativa sugli sbilanciamenti (Deliberazione 281/12). Come previsto l’Autorità, incassata la sconfitta, si è rimessa al lavoro per preparare un nuovo testo, ma il Documento di Consultazione recentemente uscito e in via di emanazione non piace per niente all’Anev. “Lo abbiamo urlato e ripetuto: pretendere stime sulla produzione di energia nell’arco di una giornata, da una tecnologia che sfrutta una fonte non programmabile, come il vento, è tecnicamente impossibile in quanto la meteorologia può fornire tendenze più che previsioni, come dimostrato da numerosi studi scientifici nonché nei fatti, dagli eventi tragici di questi giorni, e tale pretesa non può che avere come risultato pratico nel caso delle quantificazione degli sbilanciamenti, quello di applicare in maniera assolutamente casuale tali oneri al momento della immissione in rete con evidente e ingiusto danno per le aziende del settore”.
L’Anev insomma invoca una nuova delibera dell’AEEGSI che ripartisca equamente il peso degli oneri su tutti i soggetti, produttori e consumatori, in modo equilibrato. Inoltre, all’interno dei produttori, gli oneri andrebbero stabiliti in percentuale diversa in base alla loro effettiva programmabilità delle fonti, sia quelle rinnovabili (programmabili e non) sia quelli tradizionali. “In tutti gli altri casi ovviamente l’Associazione di categoria si troverebbe costretta, per l’ennesima volta, a difendere il settore da un ulteriore attacco”, avverte l’Anev. Insomma, il rischio di una nuova contesa giudiziaria, in un momento di grande difficoltà per l’eolico italiano, è dietro l’angolo.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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