Fonti pulite
Rinnovabili: scenario e incentivi in Germania
Il primo Paese a “credere” nelle fonti energetiche alternative ai combustibili fossili, è leader in Europa nel settore del fotovoltaico
Photo: Interno del Reichsteig nella capitale tedesca (flickr.com - wolfgangstaudt)
Il 2011 si è rivelato un anno decisamente interessante per le rinnovabili, con un andamento in crescita in diversi settori interessati. La capacità aggiuntiva fotovoltaica installata nel 2011 è stimata a circa 7.500 MW; la potenza eolica installata nel 2011 è stimata a circa 2.000 MW. Nel settore del biogas (nell’ambito del settore della biomassa), la capacità installata nel 2011 è aumentate del 490 MW a 2780 MW, secondo le stime della Fachverband Biogas, l’associazione industriale leader nel settore. Nel complesso, la quota di elettricità da fonti rinnovabili nel mix elettrico tedesco è salito a circa il 20% nel 2011.
Se l’anno in corso si è rivelato decisamente brillante, le previsioni lo sono altrettanto: da quanto ci è stato fatto sapere dall’Agenzia tedesca per le fonti rinnovabili (Agentur für Erneuerbare Energien e.V.), “secondo la Federazione per le Energie Rinnovabili (BEE) e l’Agenzia delle Energie Rinnovabili (AEE), era previsto un forte aumento nell’uso delle energie rinnovabili già nel 2009, tanto che è prevista una quota del 47% di elettricità da fonti rinnovabili nel 2020”. Per quanto riguarda invece quota di energie rinnovabili nel mercato del termico e dei trasporti, la stessa Agenzia fa sapere che, sempre in base alle previsioni BEE e AEE, “è stato previsto un incremento al 25% entro il 2020. La quota di energie rinnovabili nel settore dei trasporti su strada è stata prevista in aumento del 22% (compresi i biocarburanti e le e-mobilità). La quota di energie rinnovabili nel consumo finale di energia è stata poi prevista a salire al 28% entro il 2020 (era 10,9% nel 2010)”. In base alle stime fatte, la Germania dovrebbe arrivare nel 2050 a centrare obiettivi che parlano di una quota energetica costituita dalle rinnovabili al 60% e addirittura all’80% per la generazione di energia elettrica.
In Germaniat l’elettricità da fonti rinnovabili è supportata tramite il sistema feed-in tariff (il più diffuso in Europa). I criteri di ammissibilità e i livelli tariffari sono contenuti nella legge Act on Granting Priority to Renewable Energy Sources (EEG). Secondo questa legge, gli operatori di sistemi energetici rinnovabili hanno il diritto di essere pagati dal gestore della rete per l’energia elettrica immessa nella rete stessa. L’EEG ha anche introdotto il cosiddetto premio di mercato e il premio di flessibilità per gli operatori di sistema che vendono direttamente la loro elettricità da fonti rinnovabili.
Fotovoltaico, tra record e tagli agli incentivi
La Germania è il mercato più sviluppato in Europa nel comparto del fotovoltaico in ogni segmento di mercato (tetti residenziale, tetti commerciale, impianti a terra). In un recente rapporto intitolato PV Legal la Germania mostra una relativa rapidità nei tempi di sviluppo di un progetto per l’installazione di impianti fotovoltaici: i tempi di attesa di un progetto per la realizzazione di un impianto variano dalle 6 settimane per impianti fotovoltaici su tetto a carattere residenziale alle 17 settimane per impianti fotovoltaici su tetto a carattere commerciale. Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici industriali a terra i tempi sono decisamente più lunghi: 80 settimane.
Un settore quindi vivace, che potrebbe però risentire dalle recenti decisioni del Governo. Infatti, a fine febbraio,il Segretario per l’Ambiente, Norbert Röttgen, e Segretario dell’Economia, Philipp Rösler, hanno presentato nuovi piani per ridurre gli incentivi al fotovoltaico dal 20 al 30% circa. Nel 2011 con 7.500 MW la Germania ha raggiunto il record nel numero di impianti fotovoltaici installati in un solo anno ed è proprio per questi numeri che Ambiente ed Economia hanno annunciato i tagli che dovrebbero essere addirittura anticipati al 9 marzo per contrastare i progetti dell’“ultimo minuto”.
Saranno ridotte a tre le categorie di impianto che riceveranno le nuove tariffe: gli impianti fino a 10 kW per cui si partirà da 19,5 centesimi di euro per kWh, con un decremento del 20% rispetto all’attuale tariffa; gli impianti tra 10 kW e 1.000 kW per cui si partirà da 16,5 centesimi di euro per kWh, con una diminuzione del 25-29% rispetto alle tariffe odierne; infine gli impianti tra 1 MW e 10 MW ai quali spetteranno 13,5 centesimi di euro per kWh, ossia il 26%in meno. Gli impianti sopra i 10 MW non riceveranno più incentivi.
Inoltre gli impianti residenziali fino a 10 kW di potenza riceveranno l’incentivo per l’85% dell’energia prodotta; tutti gli altri impianti riceveranno la tariffa per il 90% dell’energia generata. Il restante 10-15% potrà essere venduto alla rete.
La notizia ha avuto i suoi effetti: nell’immediato ha fatto calare in borsa il valore delle aziende produttrici di impianti, con variazioni tra il -3,2% e il -12,8%.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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