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Energia alternativa

Rinnovabili: salvare l’ambiente e l’occupazione

La lettera del dott. Giuseppe Bratta, Presidente della Sezione Energia di Confapi Bari e Bat, al Presidente Vendola e agli Onorevoli eletti in Puglia

Scritto da il 17 aprile 2012 alle 13:06 | 0 commenti

Rinnovabili: salvare l’ambiente e l’occupazione

Photo: Giuseppe Bratta - Presidente Sezione Energia Confapi Bari e Bat


Illustre Presidente, Egregi Onorevoli,
ieri mattina il Ministero dello Sviluppo economico ha diffuso la versione ufficiale del decreto sulle rinnovabili elettriche e del decreto sul quinto conto energia fotovoltaico; i testi sono stati trasmessi alla Conferenza Unificata Stato Regioni e all’Autorità per le necessarie valutazioni.

Tali decreti “frutto” di una visione “miope” e contabile (si considera purtroppo solo il conto economico rappresentato dai costi e non lo stato patrimoniale dato dalle persone, dalle competenze, dalla salute e dall’ambiente!!!) del Governo dei tecnici, rappresentano l’azzeramento dell’unico settore che in Italia, nella più grande crisi economica del dopoguerra, aveva dato segni di vitalità e portato occupazione, soprattutto giovanile e in modo particolare al SUD Italia, con oltre 130.000 occupati di cui almeno 15.000 in Puglia.

Nello specifico, il Governo vuole “ingessare” il settore delle rinnovabili, limitando la certezza degli investimenti ai solo micro impianti (12 kwp per fotovoltaico e 50 kwp per altre fonti), istituendo il registro a cui solo pochi “fortunati” potranno accedere dopo aver sostenuto preventivamente rilevanti costi progettuali (si può accedere al registro solo dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni) e burocratici (previsto contributo di 5 Euro/Kwp solo per iscrizione al registro senza restituzione in caso di “mala sorte” e contributo di cent/euro 0,01 per ogni kwh prodotto nei venti anni di contributi da parte del GSE ).

Di questi decreti, le Aziende del settore Energia di Confapi , provano a dare la propria “lettura” di quanto sta accadendo, chiedendo a tutti gli Onorevoli eletti in Puglia e al Presidente Vendola di difendere conseguentemente questo settore e i 15.000 pugliesi che ci lavorano.

Entrando nel merito, le nostre perplessità sono molte e supportate da dati oggettivi.
In particolare, in questi ultimi anni la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, soprattutto fotovoltaico, è enormemente aumentata, e durante le ore centrali del giorno, quando la richiesta è massima, questa produzione di energia pulita fa crollare il prezzo sul mercato libero (questo prezzo viene fissato ogni 15 minuti).

In sostanza la domanda di energia elettrica è in flessione mentre il contributo alla produzione delle rinnovabili in un anno è esploso. La produzione da fotovoltaico e quella da eolico sono aumentate rispettivamente del 347% e del 48% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso e le nuove rinnovabili pesano sempre di più, specie nel picco diurno. Per capire lo scontro tra vecchie e nuove fonti in atto nel sistema elettrico italiano, una fotografia molto utile è quella che offre l’ultimo consuntivo di Terna su produzione e domanda di elettricità riferito a marzo 2012.

Nel mese di marzo 2012 appena concluso, la richiesta di energia elettrica in Italia (27,4 miliardi di kWh) è stata del 5,2% in meno rispetto allo stesso mese del 2011 (il 4,9% in meno considerando le differenze di temperatura e calendario). Se invece consideriamo trimestre su trimestre, la richiesta è scesa dell’1,9%.

In questo quadro di flessione della domanda si sono inserite le rinnovabili, soprattutto fotovoltaico ed eolico, con numeri che iniziano a pesare seriamente. Come detto, la produzione dal sole e quella dal vento sono aumentate rispettivamente del 347% e del 48% rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso e del 327% e del 15% considerando solo i mesi di marzo. In compenso la produzione da termoelettrico è scesa dell’11% considerando mese su mese, e del 2,9% considerando il trimestre.

Le rinnovabili crescono, a scapito delle fonti convenzionali!! Il fotovoltaico a marzo 2012 è arrivato a coprire il 7,6% della produzione (al netto delle importazioni) e il 6,4% della domanda. L’eolico più del 5% della produzione e il 4,2% della domanda. A marzo 2011 le rinnovabili (idroelettrico escluso) pesavano per il 6,5% della produzione , un anno dopo il loro contributo è quasi raddoppiato, arrivando al 12,3%. In parallelo è sceso il contributo delle centrali termoelettriche: dal 67,3% di marzo 2011 al 62,4% di marzo 2012 .

I veri motivi del “blocco” alle rinnovabili e del “plauso” ai decreti da parte delle grandi Aziende produttrici o distributrici di energia sono da ricercarsi nei numeri sopra evidenziati e nella tutela delle quote di mercato dell’energia fossile e nel tentativo di “controllo” preordinato delle rinnovabili distribuite.

Noi di Confapi, impegnati quotidianamente nelle rinnovabili, non siamo contrari a rivedere il conto energia, ma vogliamo tutelare le PMI impegnate nel settore, dando visibilità e sostenibilità al settore, puntando sulla competenza e sul “sano” lavoro.

Per ridurre i costi del fotovoltaico il rimedio è semplice, e parlano i dati pubblicati da GSE ed Autorità per l’Energia Elettrica e Gas (AEEG).Il numero totale degli impianti FV installati ed in esercizio attualmente in Italia è di circa 318.600 con una potenza complessiva pari 12,5 Gigawatt. In particolare, gli impianti residenziali (da 1 kWp a 20 kWp) rappresentano l’88 % del totale.

Con il 13% degli incentivi erogati, gli impianti di piccole e medie aziende (da 20 kWp a 200 kWp) rappresentano circa il 9,4 % degli impianti installati come numerosità e il 18,5% degli incentivi erogati, i grandi impianti (da 200 kWp a> 5000 kWp) rappresentano circa 2,76 % degli impianti installati come numerosità, ma il 68 % degli incentivi erogati (realizzati per speculazione finanziaria, di cui la Puglia è leader in Italia). Basterebbe non finanziare i grandi impianti speculativi ed il costo diminuirebbe del 70%. Non lo si fa perché i grandi impianti sono finanziati dalle banche, che fra mutui, leasing, prestiti , garanzie fidejussorie, e mille altri costosissimi e incomprensibili “prodotti” producono profitti importanti per il “mondo” finanziario di cui il Governo è espressione.

Puntando solo sui piccoli e medi impianti (non oltre 200kW), dopo un periodo transitorio di qualche mese per permettere di tutelare gli investimenti in corso ( dal 1 ottobre 2012), il mercato italiano si stabilizzerebbe ad un livello molto più basso dell’attuale, (prevedibile circa 1 GW/anno), ci sarebbe moltissimo lavoro per installatori e studi tecnici nazionali, insomma nascerebbe quel mercato “vero” che l’uso sconsiderato delle tariffe incentivanti ha finora impedito.

Si tratta di una grande opportunità, ma anche di un processo delicatissimo, che la nostra classe politica, senza divisioni di “colori” o appartenenze ha il dovere di saper gestire senza se e senza ma per creare circuiti virtuosi e ricchezza “sostenibile” nella nostra regione.

Auspichiamo che il presidente Vendola nella Conferenza Stato regioni possa migliorare i testi e che tutti gli Onorevoli pugliesi evidenzino ai propri partiti cosa il governo dei Tecnici e dell’Energia Centralizzata e “non democratica” sta mettendo in “cantiere”, ricordandosi dei tanti “slogan” sulla sostenibilità dell’ambiente annunciati durante tutte le campagne elettorali da parte di tutti i “colori” politici.

L’energia distribuita delle rinnovabili è molto di piu’ di una tecnologia o di un incentivo, e’ la primavera di una nuova generazione di imprenditori, per lo piu’ giovani, scollegati dalle vecchie gerarchie.

Difendere le rinnovabili ora, significa difendere il futuro. Un futuro fatto di lavoro, sviluppo, ambiente sano e democrazia energetica.

Presidente Sezione Energia, Dott. Giuseppe Bratta


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