mercati emergenti
La filiera delle rinnovabili guarda a Oriente
I produttori industriali italiani della green economy confidano nelle opportunità dei progetti in via di realizzazione negli Emirati Arabi Uniti
Il comparto delle rinnovabili è spesso accusato di non avere un’adeguata filiera industriale e di essere completamente dipendente dalle importazioni estere. In realtà, soprattutto per alcune tecnologie, le nostre imprese sono più che competitive e in grado di guardare ai grandi mercati emergenti: lo testimonia un seminario organizzato da Anie, Gse e Ice nel corso del World future Energy summit che si è svolto nei giorni scorsi ad Abu Dhabi.
Principale obiettivo del seminario è stato proprio quello di presentare l’eccellenza tecnologica propria del Made in Italy nei settori delle fonti energetiche rinnovabili e dell’efficienza energetica. In particolare negli Emirati Arabi Uniti (Eau), Paese caratterizzato da notevoli tassi di crescita economica, le fonti pulite sembrano destinate a una grande espansione: la Dubai Electricity & Water Authority (DEWA) ha recentemente annunciato investimenti pari a 3,3 miliardi di dollari per la realizzazione di parchi solari per 1 GW entro il 2030.
Gli Emirati Arabi sono anche la patria del Progetto Masdar, che prevede la costruzione di una città, che ospiterà circa 50.000 abitanti, che utilizzerà esclusivamente energie pulite. Tali investimenti si inseriscono all’interno degli ambiziosi obiettivi annunciati dalle Autorità locali in tema di sostenibilità ambientale, che prevedono il raggiungimento entro il 2020 del 7% del fabbisogno di energia coperto da fonti rinnovabili.
Gli Emirati Arabi possono perciò rappresentare un’importante opportunità per le nostre imprese della green economy, in particolare per quelle attive nei due settori in cui siamo meglio posizionati a livello industriale, ossia solare termodinamico e smart grid.
La situazione di partenza è positiva: l’Italia è il 7° Paese fornitore degli Emirati Arabi Uniti a livello mondiale, nonché il 3° a livello europeo dopo Germania e Regno Unito. Anche nel 2012, secondo i preconsuntivi disponibili, le esportazioni italiane di elettrotecnica ed elettronica (in cui sono ricompresi i prodotti industriali “verdi”, ndr) verso gli Emirati Arabi Uniti hanno messo a segno un’ulteriore accelerazione a doppia cifra (+21%).
« L’industria elettromeccanica italiana rappresentata da Anie, seconda in Europa per dimensione di fatturato aggregato e forte di un lunga vocazione all’export – ha dichiarato Giuliano Monizza, vice presidente Anie con delega a Europa, energia e mercato – ha già da tempo radicato la propria presenza nei Paesi del Medio Oriente e dell’Area del Golfo. Attraverso i propri prodotti installati nel sistema di generazione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica e nei sistemi per l’automazione, l’industria italiana si è presentata con un portafoglio tecnologico unico nello scenario internazionale, tale da soddisfare le pressanti sfide tecnologiche di rinnovamento del sistema energetico, dall’integrazione delle rinnovabili alle smart grid, anche in un mercato fra i più evoluti come è quello degli Emirati Arabi Uniti».
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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