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Boom per la produzione rinnovabile nel 2012 | Tekneco

Sistema elettrico

Boom per la produzione rinnovabile nel 2012

Secondo i dati provvisori diffusi da Terna, in un contesto di arretramento della domanda elettrica, corrono eolico e fotovoltaico

Scritto da il 14 gennaio 2013 alle 8:30 | 2 Commenti

Boom per la produzione rinnovabile nel 2012

L’Italia nel 2012 ha consumato meno elettricità rispetto al 2011 e con un maggiore apporto delle fonti rinnovabili. Lo rilevano i primi dati provvisori diffusi da Terna,  che non devono però essere considerati soltanto in accezione positiva: la flessione è stata del 2,8% (-3,1% a parità di calendario), che rappresenta il calo più consistente da inizio secolo dopo quello del 2009, quando il decremento sull’anno precedente fu pari al 5,7%, e ci riporta sostanzialmente ai livelli del 2004.

La riduzione dei consumi non è stata ottenuta per effetto di grandi efficienze e parsimonie nei consumi nazionali quanto, piuttosto, per effetto dalla crisi economica che ha innescato la marcia indietro della domanda energetica. Quindi per questo punto c’è poco da sorridere e, anzi, per il futuro occorrerà monitorare se – come da copione – all’auspicabile ripresa dell’economia si accompagnerà un rialzo dei consumi, nonostante tutte le belle parole spese in convegni ed eventi sull’efficienza energetica.

Senza dubbio positivi, invece, sono i dati sulle rinnovabili: nel 2012 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’86,8% con produzione nazionale (di cui 62,2% termoelettrica, 13,3% idroelettrica, 1,6% geotermica, 4,0% eolica e 5,6% fotovoltaica) e per la quota restante (13,2%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero.

Considerato che il dato provvisorio non include le biomasse, questo significa che le fonti pulite nazionali coprono ormai il 26-27% dei consumi elettrici nazionali, sostanzialmente a un passo dagli obiettivi europei al 2020.  In particolare, nonostante le tante difficoltà lamentate nel corso dell’anno dagli operatori del settore, il vero exploit del 2012 è stato quello delle rinnovabili non programmabili, ossia eolico (+34,2%) e fotovoltaico (+71,8%), che ormai valgono circa 32 miliardi di kWh, pari al 10 per cento della domanda elettrica nazionale.

Alla forte crescita dell’energia del vento e del sole si è accompagnata una crisi della produzione degli impianti termoelettrici (-6,3%), quelli cioè funzionanti con risorse fossili come gas e olio combustibile, ormai palesemente sottoutilizzati nelle ore diurne. Insomma, i dati di Terna confermano come le rinnovabili siano ormai una parte imprescindibile nel mix elettrico nazionale.

L’unico neo è rappresentato dal fatto che l’incremento della generazione pulita non è riuscito a contenere l’ascesa dei prezzi dell’energia in Italia che, al contrario, è continuata in misura consistente lo scorso anno anche per effetto dell’impennata del sostegno economico alle fonti intermittenti. La sfida per le rinnovabili italiane nel futuro, perciò, sarà per forza quella di crescere ancora senza pesare eccessivamente sulle tasche degli utenti.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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