Politiche su clima ed energia
L’Europa pensa già agli obiettivi al 2030
L’Ewea, l’associazione europea degli operatori dell’eolico, preme per l’adozione di un target vincolante per le rinnovabili anche per il dopo 2020
Il 2020, anno di scadenza degli obiettivi europei in materia di energie rinnovabili, non è poi così lontano, anzi, considerato che alla scadenza mancano ormai meno di sette anni. Logico dunque che tra gli operatori europei delle rinnovabili serpeggi un po’ di preoccupazione, anche perché lo straordinario sviluppo di questi anni delle fonti pulite è frutto essenzialmente proprio della politica comunitaria, che ha ispirato le generose politiche di incentivazione adottate nei 27 Paesi membri. Il timore è che, quindi, dopo il 2020 le rinnovabili siano “abbandonate” a se stesse e non godano più di alcun tipo di sostegno pubblico.
Ecco perché già in questi mesi si sta intensificando il dibattito sul post 2020: in quest’ottica va letto un recente appello lanciato dagli amministratori delegati delle 13 associazioni nazionali di energia eolica europee, che hanno richiesto con forza l’istituzione di un target vincolante (cioè con penalità per gli Stati in caso di mancata attuazione) al 2030 in materia di fonti pulite.
“Dando agli investitori maggiore certezza, un obiettivo obbligatorio al 2030 per le energie rinnovabili permetterà al settore eolico di continuare a crescere, creare posti di lavoro verdi e nuove entrate al costo più basso per l’Europa”, ha commentato Thomas Becker, Ceo della European Wind Energy Association ( Ewea) - . Gli amministratori delegati anche espresso le loro preoccupazioni per le drastiche modifiche al quadro di riferimento per l’energia eolica in corso in Spagna , che possono mettere a rischio migliaia di posti di lavoro e il raggiungimento del target 2020 da parte del Paese iberico.
Al di là delle richieste dell’Ewea, quel che è certo è che la Commissione europea è chiamata a presentare le proposte sulla politica energetica e climatica al 2030 entro la fine dell’anno e dovrà mediare tra opposte esigenze. Le utility del Vecchio Continente premono infatti per un azzeramento dell’incentivazione alle rinnovabili, ma è più probabile che si arrivi all’imposizione di linee guida di riferimento valide a livello europeo.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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