Statistiche
Rinnovabili, la crescita è proseguita nel 2014 nonostante il crollo degli investimenti
Le diverse fonti di energia rinnovabile hanno generato nel 2014 un terzo del fabbisogno elettrico nazionale.
Nei giorni scorsi abbiamo messo in luce come l’Italia abbia assistito a un crollo degli investimenti nelle rinnovabili nel 2014 rispetto al 2013 (addirittura – 60%), come ha rivelato un’analisi di Bloomberg New Energy finance. Dopo la pubblicazione di quei dati è montata una forte polemica sulle condizioni in cui versa il settore italiano delle rinnovabili, con l’accusa neanche tanto velata al Governo di aver mortificato il settore ecc.
A pochi giorni di distanza arriva un’altra pubblicazione, questa volta di Terna, che sembra quasi riguardare un altro Paese, perché i numeri sono di tutt’altro tenore. La ricerca riguarda il bilancio annuale dell’elettricità in Italia: un anno dove, come noto, si è assistito a un’ulteriore marcia all’indietro dei consumi, in buona parte legato al perdurare della crisi economica, che sono scesi del 3,0% rispetto al 2013 ( 309.006). Visti i dati di Bloomberg, ci si aspetterebbe che il contributo delle fonti pulite sia minimo, invece le cose stanno nella maniera opposta: le diverse energie verdi hanno generato complessivamente 101.873 GWh di elettricità (+6,7% sul 2013), pari al 33% della domanda elettrica nazionale. Un percentuale record, più o meno cinque punti percentuali sopra gli obiettivi nazionali al 2020. A crescere è stato l’idroelettrico, che da solo vale ben il 18,8% del fabbisogno nazionale, ma anche il fotovoltaico ha messo a segno un progresso di quasi il 10% rispetto al 2013, tanto da coprire da solo ben il 7,5% della domanda nazionale. Una crescita è stata messa a segno da geotermico +4,2% e persino dall’eolico, che ha pure vissuto un anno molto tribolato.
Com’è possibile il contrasto tra queste due ricerche? Ovviamente la prima si riferisce agli investimenti che, seppure calati del 60%, non si sono azzerati, dunque questo significa che altri impianti sono stati finanziati e costruiti lungo tutto il 2014, favorendo i segni “più” rilevati da Terna per le rinnovabili. Senza contare che su quel +6,7% di elettricità generata ha pesato molto la crescita dell’idroelettrico, che a sua volta è soprattutto legata alle più abbondanti precipitazioni del 2014 che all’avvio di nuove centrali. Il 33% di produzione da fonti pulite, poi, è in buona sostanza figlio degli investimenti effettuati negli anni passati. Tutto questo per dire che il bicchiere può essere mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda dei punti di vista, ma l’Italia non è certo all’anno zero delle rinnovabili, anzi.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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Marco
scrive il 14 febbraio 2015 alle ore 17:09
l'incredibile piovosità ha fatto decollare l'idroelettrico e questo, unito al calo dei consumi, ha mascherato la stagnazione delle altre rinnovabili, ma "non può piovere per sempre". Speriamo che gli investimenti riprendano