Incentivazione
Rinnovabili, il governo conferma: saranno trovati nuovi fondi
Per le fonti pulite non fotovoltaiche, ha confermato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, potranno godere dei finanziamenti oggi destinati agli impianti Cip6
Le rinnovabili non fotovoltaiche non saranno lasciate a sé stesse una volta raggiunto il limite di spesa previsto per l’incentivazione: dopo settimane di indiscrezioni la conferma è arrivata dal sottosegretario allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti (nella foto), in una risposta scritta a un’interrogazione parlamentare. “In merito al prossimo raggiungimento del tetto di 5,8 miliardi di euro e al conseguente paventato stop agli investimenti, si conferma che il GSE ha aggiornato al 30 novembre 2014 il Contatore del «costo indicativo cumulato annuo degli incentivi», risultato pari a circa 5,390 miliardi di euro. In linea con quanto previsto dalla Strategia Energetica Nazionale e con gli scenari al 2030, il Ministero è orientato a confermare il sostegno al settore delle fonti rinnovabili e, in tal senso, sta già lavorando per dare continuità agli investimenti nel settore”.
Dunque non si tratta soltanto di un sostegno di tipo indiretto, come capitato al fotovoltaico con la fine dei fondi del Conto energia, ma di un aiuto diretto, ossia altri finanziamenti collegati direttamente alla produzione rinnovabile. In particolare, è allo studio un meccanismo che sia anche di progressivo avvicinamento alle indicazioni delle nuove linee guida UE in materia di aiuti di Stato, sfruttando i tempi transitori da esse previsti. Il sistema, oltre che tendere al nuovo modello europeo, dovrà essere caratterizzato da una maggiore efficienza, anche visto l’avvicinamento alla grid-parity di alcune fonti.
Ma da dove arriveranno i soldi? Secondo De Vincenti “Le risorse economiche per le nuove installazioni saranno rinvenibili dall’uscita dei vecchi impianti dai previgenti meccanismi, spesso inefficienti da un punto di vista della spesa, e dalla proiezione dell’andamento del «contatore» nel medio termine, garantendo la maggior accuratezza possibile fra la previsione di spesa e gli oneri che i consumatori di energia elettrica saranno realmente chiamati a sostenere. In tal modo, sarà possibile finanziare nuove iniziative senza aumentare la spesa in bolletta”.
Insomma il Governo punta a reperire le risorse per le rinnovabili non fotovoltaiche, in particolare dall’esaurimento del periodo d’incentivazione per i “famigerati” Cip 6, ossia impianti assimilati per legge alle fonti pulite , ma che di pulito hanno ben poco, funzionando perlopiù con combustibili fossili. Probabile, insomma, che alle vere rinnovabili spetterà ancora qualche centinaio di milioni in più all’anno oltre al tetto dei 5,8 miliardi previsto, cosa che potrebbe permettere di coprire almeno tutto il 2016. In attesa di decidere cosa fare per raggiungere i target al 2030
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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