Nuovo conto energia, il taglio non stupisce il mercato
Nel triennio 2011-2013 gli incentivi al fotovoltaico caleranno mediamente del 20%, ma l’industria ha le carte in regola per continuare a crescere.
Photo: twixx@fotolia.com
E’ una delle rare occasioni in cui gli operatori del mercato plaudono al taglio degli incentivi pubblici. Succede con il nuovo Conto Energia, approvato nella Conferenza Stato-Regioni di metà luglio: nel triennio 2011-2013 il sostegno pubblico allo sviluppo del fotovoltaico verrà tagliato mediamente del 20%, con interventi scaglionati nel tempo. La durata effettiva degli incentivi viene ancora garantita per 20 anni ma, rispetto alla precedente versione (2007), cambiano le suddivisioni delle tipologie degli impianti in diverse classi di potenza con incentivi più generosi per le piccole taglie rispetto ai parchi fotovoltaici. Una mossa obbligata per spingere il mercato a muoversi sempre più con le proprie gambe ed evitare che l’intervento pubblico si trasformi in una droga che va a falsare le dinamiche della domanda e dell’offerta. L’approvazione degli operatori è dovuta soprattutto alla fine dell’incertezza: da oltre un anno si rincorrevano voci – più o meno accreditate – sui contenuti del nuovo Conto e questo aveva creato qualche tensione sui prezzi. Oggi, invece, c’è maggiore chiarezza e le aziende interessate a investire nel settore possono fare i loro calcoli sapendo a cosa vanno incontro in termini di esborso e tempistiche del ritorno sull’investimento.
“Il calo non impatterà sulla sostenibilità finanziaria degli impianti”, assicura Carlo Arlotta, senior manager di Consilia business management, società di consulenza specializzata nell’area del corporate finance e degli intermediari finanziari. “Secondo una simulazione che abbiamo effettuato sui business plan di quattro impianti da 1MW ciascuno, è emerso un calo della redditività (il cosiddetto Irr progetto) di un punto percentuale, dal 9,5 all’8,5%”. Non certo uno scossone, peraltro, calcolato a bocce ferme: “Verosimilmente il costo della materia prima tenderà a calare, per cui a conti fatti i margini non dovrebbero essere penalizzati”. Inoltre va ricordato che negli ultimi mesi c’era stato un aumento nei costi delle principali componenti della filiera, generato dalla corsa all’allacciamento alla rete degli impianti entro fine anno per beneficiare delle tariffe garantite fino al 2010. “Una situazione di tensione che si affievolirà progressivamente solo dopo l’estate”, conclude Arlotta, “riportando il mercato alla normalità”. Dello stesso avviso è Joel Zunato, responsabile fotovoltaico dell’Aper (Associazione Produttori Energia da fonti Rinnovabili): “La revisione degli incentivi è un fatto positivo perché aiuta a fare chiarezza ed è basata su valori di buon senso”, commenta, rilevando però l’eccessiva prudenza nelle stime governative che accompagnano il nuovo Conto. “Si parla di 8mila MW cumulati di potenza installata entro il 2020, quando già a fine giugno è stata superata quota 1.200 MW e il Conto prevede di arrivare a 5,5mila MW entro il 2013”.
In sostanza, la previsione per i sette anni successivi sarebbe di una crescita modesta, nell’ordine di 2,5mila MW. Una prudenza che può rivelarsi deleteria nel medio periodo: “Occorre effettuare una stima più aderente al ritmo di sviluppo del mercato per evitare di pentirsene domani”, avverte. “L’energia elettrica non è un bene che può essere stoccato: tutto quello che viene immesso in rete deve poi essere consumato, altrimenti si rischia di mandare in tilt il sistema. Stiamo passando da una rete passiva che trasmette dall’impianto ai luoghi di consumo a una rete distribuita sul territorio: occorre tenerne conto per effettuare i dovuti interventi infrastrutturali”.
Come si nota dalla tabella, nel primo anno le tariffe subiscono una decurtazione in tre momenti. Tra il 2012e il 2013 il calo prosegue nell’ordine del 6%. Sono previste maggiorazioni per gli incentivi nei casi di: impianti realizzati su edifici presenti in zone classificate come industriali, commerciali, cave o discariche, e per quelli operanti in regime di scambio sul posto realizzati su edifici da Comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti (+5%); impianti che sostituiscono coperture in eternit o contenenti amianto (+10%); ciascun giorno in cui un l’impianto è parte di un sistema con profilo di scambio prevedibile (+20%); se vengono effettuali lavori che migliorano la prestazione energetica di un edificio (fino al +30%).
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L'autore
Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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