Energia del vento
Mini eolico, crescita lenta nella prima fase del 2013
I numeri del Gse mettono in evidenza come nei primi sei mesi dell’anno siano stati installati circa 5.000 kW, un dato lontano dalle stime dei mesi scorsi
Una delle poche fonti rinnovabili su cui negli scorsi si era diffuso un certo ottimismo era quella del mini eolico: i piccoli impianti dell’energia del vento, liberi ed esenti dal complicato sistema di aste e registri che ha sostanzialmente imbrigliato lo sviluppo dell’eolico italiano, secondo gli esperti del settore avrebbero dovuto conoscere una buona crescita.
In effetti secondo le stime che erano state diffuse nei mesi scorsi, il 2013 sembrava proprio essere l’anno giusto per l’esplosione definitiva di questa fonte, tanto che secondo le stime dell’associazione di categoria Assieme, basate sugli impianti eolici ufficialmente autorizzati, nel 2013 ci sarebbero stati oltre 58.000 kW di potenza installata sotto i 250 kW, da sommare ai circa 18.000 già funzione sul territorio nazionale.
I dati reali diffusi da Assieme e relativi ai primi sei mesi del 2013 sembrano, però, in buona parte spegnere l’entusiasmo. I numeri del Gse, infatti, mostrano come la capacità totale del mini eolico al 30 giugno 2013 non raggiungesse i 23.000 kW, per un totale di 423 impianti funzionanti.
L’aumento, insomma, c’è stato, ma non è risultato particolarmente clamoroso (5.000 kW), perlomeno nel primo semestre dell’anno. A tradire le attese sembra essere stata soprattutto la Basilicata, dove erano attesi 40.000 kW di nuove installazioni mini eoliche. Invece, la regione lucana vede al 30 giugno 2013 “appena” 4.867 kW funzionanti, con la Puglia saldamente in testa a quota 9.126 kW. Insomma, centinaia di impianti “approvati” non stati installati nella prima metà dell’anno e, dunque, appare difficile che i traguardi stimati pochi mesi fa possano essere stati raggiunti a fine 2013.
Le ragioni di questa ridotta crescita possono essere diverse: la crisi economica, il clima di incertezza che caratterizza il mercato delle rinnovabili (per effetto dei numerosi stop and go normativi) ma, anche, un certo clima di opposizione sociale che ormai colpisce anche l’eolico nella sua versione mini.
Le leggi della Basilicata, in particolare, che avevano proprio favorito il boom di domande presso il Gse, erano finite nel mirino di stampa e media locali ed è facile immaginare che il clamore mediatico possa aver influito sulla celerità degli iter di installazione.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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