Rinnovabili termiche
Meno vincoli alle pompe di calore geotermico
Il Consiglio nazionale dei geologi chiede un cambio di rotta normativo sulle pompe di calore geotermiche, una delle tecnologie a più alta efficienza tra le rinnovabili
Il Consiglio nazionale dei geologi chiede una svolta sulla geotermia a bassa entalpia, una delle tecnologie a più alta efficienza tra le rinnovabili, cruciale per il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020 nel nel comparto residenziale. Se gli obiettivi nazionali al 2020 dovessero essere raggiunti, infatti, si stima che le pompe di calore saranno responsabili del 30% dello sforzo aggiuntivo per il consumo di rinnovabili termiche e del 14% della riduzione di consumo di energia.
Di questa risorsa, capace di sfruttare a fini energetici il differenziale di temperatura tra terreno e ambiente esterno, si è parlato molto nei mesi scorsi, quando il Governo la escluse dalle misure di detraibilità fiscale del 65%. L’esclusione è poi rientrata con il successivo provvedimento del Consiglio dei Ministri, ma restano presenti altri problemi, quali la poca informazione, i costi dell’investimento iniziale e i vuoti di regolamenti autorizzativi in molte Regioni.
Come spiega Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, “Se è vero che l’investimento per le nuove tecnologie è quasi sempre più costoso di quello necessario per le tecnologie tradizionali, quello per le pompe di calore geotermico è ancora più alto, per cui occorrono strumenti che aiutino a sostenere questo maggiore costo e che consentano di ridurre il numero di anni necessario al suo recupero. Si aggiunga che da diverse stime condotte da diverse associazioni di consumatori, il reale ristoro dei costi per l’installazione delle pompe geotermiche non supera il 10%, nonostante la remunerabilità del 40% dichiarata nelle relazioni di accompagnamento al decreto sul Conto Termico. Questo non solo rende la tecnologia poco attraente dal punto di vista economico, ma non consente l’auspicata accelerazione degli interventi di efficienza energetica degli edifici”.
Il Cng chiede perciò una revisione degli attuali regimi tariffari applicabili alle pompe di calore (su cui l’Autorità, a dire il vero, ha recentemente varato una sperimentazione) e una semplificazione delle regole per l’approvazione dei progetti da fonti rinnovabili, perché l’incertezza delle procedure resta una fortissima barriera alla diffusione degli impianti, mentre in altre non sussistono sufficienti garanzie di trasparenza e tutela.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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