recupero energetico
Meno discarica e più energia per i rifiuti
Secondo Nomisma energia è possibile aumentare la produzione di Css - combustibili solidi secondari, soprattutto sfruttando gli impianti già esistenti
La situazione rifiuti, in questi anni, è stata parzialmente risolta soprattutto dalla crisi economica, che ha avuto l’effetto indiretto di provocare una diminuzione delle quantità avviate a smaltimento. Con la ripresa che dovrebbe finalmente avere inizio nel 2014, c’è però da attendersi anche un incremento della produzione di rifiuti e, forse, dei relativi problemi. Nel 2009 nella Penisola erano state prodotte 32,1 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, che rappresentano soltanto il 19% del totale, mentre la gran parte è costituita da rifiuti speciali.
Gli scarti di provenienza urbana, però, sono quelli che creano le maggiori problematiche in termini di difficoltà di raccolta, in ragione della dispersione dei punti di produzione, dispersa e frazionata su tutto il territorio nazionale. La situazione del nostro sistema di raccolta non è delle migliori: attualmente il 34% dei rifiuti urbani prodotti (10,8 mln.t) viene avviato alla differenziata, del restante 66% indifferenziato (21,3 mil.t) oltre la metà finisce direttamente in discarica, mentre altri quantitativi vi giungono dopo specifici processi di lavorazione o sotto forma di residui dell’incenerimento (ceneri). In Italia, così, 256 chili per abitante finiscono in discarica, contro una media di 192 per l’intera Unione Europea e livelli leggermente superiori per i Paesi più industrializzati.
Per quanto riguarda il recupero energetico dai rifiuti, nonostante la significativa crescita dello scorso decennio, l’Italia è ancora lontana dai livelli dei Paesi del Nord Europa (dove la percentuale supera anche il 50%), con una percentuale che si aggira intorno al 13%. Al 31 dicembre 2010 erano operativi nel nostro Paese 50 impianti di incenerimento dei rifiuti urbani (su 53 presenti) di cui solo due privi di recupero energetico, per una dotazione complessiva di 102 linee e una capacità di trattamento pari a oltre 7.123 migliaia di tonnellate all’anno.
Secondo Nomisma energia, esiste una possibilità concreta di incrementare la capacità di recupero energetico, puntando sui combustibili solidi secondari (Css). Le potenzialità al 2020, considerando anche gli impianti già realizzati in Campania ma non ancora autorizzati alla produzione di Css, sono di circa 12 milioni di tonnellate di rifiuti urbani trattati ogni anno, contro le 1,4 milioni di tonnellate attuali, fra cementifici, centrali elettriche e termovalorizzatori già presenti sul territorio. Il primo effetto legato al raggiungimento di questo obiettivo sarebbe una riduzione del conferimento diretto in discarica superiore al 70%, con effetti positivi per l’ambiente.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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