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L'eolico italiano rischia il tracollo | Tekneco

L’eolico italiano rischia il tracollo

Grido d'allarme dei produttori: i nuovi impianti sono al palo, occorre chiarezza normativa

Scritto da il 02 giugno 2011 alle 9:18 | 2 Commenti

L’eolico italiano rischia il tracollo

L’eolico italiano sta perdendo colpi. Se per fine anno il settore toccherà 45mila MW di potenza installata a livello mondiale, portando a 240mila MW la potenza cumulata in funzione nel mondo (sono stime della World Wind Energy Association), il mercato italiano è fermo. Il dibattito sulle rinnovabili negli ultimi mesi è stato tutto focalizzato sugli incentivi al fotovoltaico, dimenticando così il peso degli altri comparti.

Certificati verdi in caduta libera

 “Siamo in piena recessione e la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente nei mesi a venire”, spiega  Simone Togni, segretario generale dell’Anev (Associazione Nazionale Energie del Vento). Dopo anni di crescita l’eolico ha registrato un brusco stop con il crollo dei certificati verdi nel 2010: “Le quotazioni sono scese del 40% in poco tempo e non c’è stata alcuna ripresa”, prosegue Togni.

Il problema nasce la scorsa estate, quando il Governo decide di eliminare l’obbligo per il Gse di ritirare i certificati in eccesso. Una situazione poi in parte rivista – il taglio è stato limitato al 30% – ma che comunque non ha frenato il crollo delle quotazioni. “E’ giusto che si riduca progressivamente la dipendenza del mercato dagli incentivi pubblici”, sostiene Togni, “ma una mossa così brusca ha sostanzialmente bloccato il mercato. I progetti in partenza sono tutti fermi e i rapporti con il mondo bancario si sono fatti critici”.

Una situazione che sta avendo un impatto negativo anche sul fronte occupazionale: infatti, se il calo del 25% nel corso del 2010 era stato tamponato dagli operatori, il proseguimento del trend negativo, e soprattutto la mancanza di prospettive di ripresa stanno portando molte aziende a ridurre l’esposizione nel settore.


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