Politiche comunitarie
Le cinque priorità per l’Ue nell’energia
L'Ewea, l'associazione degli operatori dell'eolico, ha presentato le sue cinque priorità per il futuro energetico del Vecchio Continente
Il 2020 è ormai dietro l’angolo, ma anche il 2030 non è poi così tanto lontano. Per questo l’Europa chiamata nel breve termine a mettere in atto strumenti concreti che permettano di proseguire nella rivoluzione energetica pulita, dopo i successi (anche non privi di ombre e problematiche) degli ultimi dieci anni. Ad alimentare il dibattito ci ha pensato recentemente l’Ewea, l’associazione degli operatori dell’eolico, che dopo una discussione sui social, ha presentato le sue “Cinque priorità per un’Unione europea dell’energia”. Al contrario di quello che si potrebbe pensare la richiesta principale non è di nuovi e abbondanti incentivi per sostenere il comparto, quanto, piuttosto, di una sostanziale omogeneità delle politiche su scala continentale.
In particolare la prima richiesta è centrata sulla necessità di garantire dei quadri normativi certi. L’Unione dell’energia, infatti, sostiene l’Ewea, dovrebbe essere un veicolo per la stabilizzazione delle politiche energetiche nazionali, offrendo così agli investitori la possibilità di prendere decisioni informate sugli investimenti. Altro tema cruciale, considerato come la seconda priorità, è quello della sicurezza energetica, che puntualmente si ripropone di fronte alle tensioni russo-ucraine (dai gasdotti controllati da Mosca arriva una buona parte del fabbisogno energetico continentale). Secondo l’Ewea, invece, l’Unione dell’energia dovrebbe sostituire queste costose importazioni di energia con risorse interne a zero emissioni di carbonio.
Il via libera alle rinnovabili, però, non è sufficiente senza il completamento del mercato europeo unico dell’energia, oggi ancora abbastanza lontano, con 27 mercati regolati diversamente. L’Unione europea dell’energia dovrebbe invece stabilire un buon funzionamento del mercato europeo per facilitare il commercio, consentire una concorrenza leale e ridurre i costi per i consumatori e contribuenti. Il quarto obiettivo è forse oggi quello che appare più difficile da raggiungere: secondo l’Ewea l’Europa dovrebbe riconquistare la leadership industriale nella produzione industriale delle principali tecnologie europee nel settore delle energie rinnovabili, da un po’ di anni stabilmente in mano asiatica.
Ultima ma non meno importante, è la priorità numero cinque, ossia la lotta contro il cambiamento climatico. L’Unione europea dell’energia dovrebbe promuovere una politica climatica lungimirante come catalizzatore per lo sviluppo economico.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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