Energie alternative
La lunga marcia della geotermia
Mentre il settore cresce in tutto il mondo, in Italia si è da poco concluso l'European Geothermal Congress con indizi confortanti
La geotermia avanza. Come è stato sottolineato all’European Geothermal Congress (EGC 2013), il congresso europeo del settore, andato in scena nei giorni scorsi a Pisa e organizzato dall’European Geothermal Energy Council di Bruxelles, se nel 2011 per quanto riguarda la produzione di energia elettrica da geotermia, si registrava una capacità installata di 1,7 GWe «entro il 2019 dovremmo vedere una capacità installata di 2.871,88 MWe».
In generale, il settore geotermico ha ricominciato a crescere in tutto il mondo, a partire da Stati come la Germania dove in alcune aree si registra un incremento dell’80% della geotermia per usi elettrici e termici.
E se, in termini di tecnologia, il congresso è stato l’occasione per promuovere il progetto europeo GeoDH (Geothermal District Heating), che vede coinvolti 10 partner europei (tra cui l’Italia) e il cui obiettivo è di superare le barriere amministrative e finanziarie che ostacolano lo sviluppo dei teleriscaldamenti geotermici, così da fornire un contributo concreto alla sostituzione dei combustibili fossili nella produzione di calore, un altro filone innovativo su cui si sono caldeggiati investimenti è quello degli impianti ibridi. Tali sistemi integrano la geotermia con la biomassa, con il fotovoltaico o con il solare termico; proprio in Toscana troveranno attuazione alcuni progetti geotermia/biomassa.
L’Unione europea, si segnala nel documento finale dell’EGC 2013, in termini globali è una delle principali regioni che utilizza la tecnologia basate sulle pompe di calore ad alimentazione geotermica. Alla fine del 2012, il numero di unità è stato stimato in circa 1,1 milioni, con una capacità installata di 13.000 MW termici.
Inoltre, l’Ue ha potenzialità notevoli se, come si rileva nell’Atlante europeo della geotermia – rileva il Distretto delle Energie Rinnovabili che ha sede in Toscana – il 4% della popolazione europea vive in regioni dove il calore geotermico potenziale è superiore ai 200 °C; l’8% dove è compreso tra i 100 e 200 °C e il 19% dove è compreso tra i 60 e i 100°C. «Da questi dati emerge che un quarto della popolazione europea vive in aree che potrebbero essere raggiunte da teleriscaldamento geotermico».
L’Italia, in particolare, vanta una storia illustre in ambito geotermico: infatti, è stato il primo Paese al mondo a produrre energia elettrica attraverso la geotermia, in Toscana nei primi del Novecento. Nella Regione ancor oggi si concentra la maggior parte della produzione nazionale. Come ha ricordato nell’occasione dell’EGC 2013 il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni “Nella nostra regione, la produzione di energia geotermica copre il 25% del fabbisogno regionale e circa l’1,5% di quello nazionale».
Vale la pena sottolineare che molto c’è ancora da fare come ha detto lo stesso Pieroni: «la capacità geotermica mondiale è ancora sottoutilizzata. In un’epoca in cui abbiamo bisogno di più energia, di ridurre le emissioni di anidride carbonica, di implementare le energie rinnovabili, e di risollevare l’economia del nostro Paese, l’energia geotermica ci offre quindi un’opportunità che non possiamo permetterci di ignorare».
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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