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La ciclabilità può anche essere assistita | Tekneco

Klimaenergy&Klimamobility 2012

La ciclabilità può anche essere assistita

Le biciclette cui si aggiunge l’azione propulsiva di un motore elettrico possono fornire un importante contributo alla mobilità sostenibile

Scritto da il 17 settembre 2012 alle 8:20 | 0 commenti

La ciclabilità può anche essere assistita

La diffusione delle ciclabilità rappresenta un elemento importante per la mobilità sostenibile. I segnali positivi verso una diffusione delle due ruote si vanno moltiplicando negli ultimi anni anche nel nostro Paese.

Meno noto è, forse, che un contributo significativo potrebbe essere fornito dalla bicicletta a pedalata assistita (EPAC – Electric pedal assisted cycle, detta anche pedelec): si tratta di una bici alla cui azione propulsiva umana si aggiunge quella di un motore. In passato era comune l’uso di un motore a combustione interna, mentre negli ultimi anni i motori sono quasi esclusivamente elettrici.

I vantaggi di questo mezzo sono molteplici, e riguardano sia aspetti ambientali ed economici, come ad esempio la riduzione delle emissioni di CO2, la decongestione del traffico, la rivitalizzazione dei centri storici e delle zone ricreative, ma anche un maggiore risparmio per il trasporto individuale, grande praticità e non per ultimo, effetti benefici sulla salute, per citarne solo alcuni dei più importanti. Secondo i produttori, con un mezzo ben funzionante e performante ci si può spostare rapidamente e in modo autonomo nell’arco di 40- 80 km, anche in zone montane e collinari, esercitando un benefico sforzo muscolare aerobico.

Alla rassegna Klimamobility sarà presente TC MOBILITY, azienda di Bolzano attiva dal 1999 nel settore della mobilità elettrica. « Spesso erroneamente – spiega il fondatore dell’azienda, Maurizio De Concini – si pensa che basta aggiungere un motore elettrico, una batteria e dei cavi ad una bici già esistente per creare un veicolo elettrico, ma non è così! E anche valutare il veicolo elettrico a pedalata assistita solo in base a parametri come diametro ruote, telaio in alluminio o presenza di un cambio velocità o somiglianza a una bici convenzionale è spesso controproducente, in quanto non sono frutto di studi delle tecniche e dinamiche di questo mezzo ma di preconcetti, che ancora avvolgono questo mezzo sostanzialmente sconosciuto ».


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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