La burocrazia raffredda il mercato delle rinnovabili

Più che il calo degli incentivi pubblici, preoccupa il peso della burocrazia. La corsa italiana nel settore delle energie rinnovabili rischia, infatti, di essere frenata dall’incertezza normativa e dai tempi lunghi dei processi amministrativi. È il messaggio emerso nella giornata di studi “Puglia, vento e sole: vincono sulle carte bollate”, organizzato daTekneco nel corso di Expoedilizia, in corso di svolgimento a Roma.
“La generosità degli incentivi statali, per quanto in diminuzione, e le particolari condizioni climatiche, fanno dell’Italia la meta prediletta per i gruppi internazionali interessati al mercato delle rinnovabili”, ha spiegato Caterina Calia, avvocato dello studio legale LS LexJus Sinacta. “Tuttavia i contrasti tra Regioni e Stato e le lentezze della burocrazia rischiano di allontanare un numero crescente di investitori”.
Un’analisi condivisa dagli altri analisti e imprenditori intervenuti alla giornata di studi, tra cui l’avvocato Paolo Sebastianutti (studio LS LexJus Sinacta), che ha sottolineato le opportunità di finanziamento dei progetti nel fotovoltaico e nell’eolico: “Le banche hanno un po’ stretto la cinghia rispetto al passato, ma non è necessariamente un male”, è stato il suo commento. “I progetti con buoni fondamentali dal punto di vista industriale e ben strutturati da quello finanziario continuano a essere bancabili”.
L’ing. Gualtiero Seva, direttore di Mitsubishi Electric Italia, ha presentato una serie di slide sull’evoluzione di Puglia e Lombardia, le due regioni benchmark per lo sviluppo del fotovoltaico, sottolineando che nel mercato italiano “è in atto una selezione che tende a lasciare sul mercato le aziende più solide, a danno dei progetti improvvisati che puntavano solo a beneficiare dell’aiuto pubblico”.