Fonti rinnovabili
Incentivi, in arrivo la scure
Il peso sulla bolletta dei consumatori e il calo dei prezzi delle materie prime giustificano un calo degli incentivi, ma non un taglio intorno al 40%
L’obiettivo è meritorio: rimettere ordine agli incentivi per le fonti rinnovabili, in una logica più globale rispetto a quanto finora. E lo stesso vale per le considerazioni preliminari: non è giusto far ricadere il peso delle agevolazioni pubbliche sulla bolletta dei consumatori (9 miliardi annui secondo le stime del Governo).
Nei fatti, tuttavia, le bozze che circolano in queste ora fanno rabbrividire gli operatori del settore: il prospettato taglio del 35-40% agli incentivi per il fotovoltaico rischia di mettere in ginocchio il settore, provocando chiusure e licenziamenti.
Se è vero, infatti, che il costo delle materie prime è sceso sensibilmente negli ultimi anni, il mercato non può reggere un taglio così drastico, a meno di un anno dall’ultima revisione al ribasso degli incentivi.
Le considerazioni fatte allora, valgono a maggior ragione oggi: le aziende si muovono con una logica pluriennale quando decidono di investire: se il quadro normativo cambia continuamente, si crea confusione nel mercato. In questo modo le istituzioni mostrano di avere scarso rispetto verso chi investe di tasca propria, contribuendo concretamente (e non con le sole parole) al rilancio del Paese.
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L'autore
Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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Stefano
scrive il 05 aprile 2012 alle ore 09:06
Alla notizia di una nuova modifica del conto energia mi sono cadute le braccia, a soli sei mesi dall'entrata in vigore del quarto ci troviamo di nuovo a dover spiegare ai clienti cosa sta succedendo e stiamo già contando diverse disdette e passi indietro da parte di persone e aziende che erano ben convinte di investire nel FV. Noi che viviamo la situazione sul campo siamo molto amareggiati e preoccupati perchè cambiare le regole ogni 6/10 mesi significa vanificare mesi di duro lavoro tecnico e commerciale.