Fonti pulite
In Germania gli incentivi pesano più che in Italia
Il costo del sostegno annuale alle rinnovabili tedesche è di 17 miliardi di euro l’anno, contro i 10 miliardi del sistema italiano
In materia di energie rinnovabili il tema dell’incentivazione rappresenta senza dubbio il tema più dibattuto a livello di opinione pubblica. Il sostegno pubblico alle fonti pulite non va giù a buona parte delle lobby legate al tradizionale modo di produrre energia (ossia con le risorse fossili) ma, occorre ammetterlo, anche a una fetta crescente di semplici consumatori.
In effetti, una quota non trascurabile degli aumenti delle tariffe elettriche che si sono verificati nel corso del 2012 è legata proprio alla crescita della componente A3, attraverso cui lo Stato finanzia le rinnovabili italiane. Il conto del sostegno pubblico ormai si aggira intorno ai 10 miliardi di euro l’anno, di cui oltre 6,5 al solo fotovoltaico, più o meno quanto una piccola manovra finanziaria. A seguire ci sono idroelettrico, biogas, biomasse e geotermia.
Quello che, però, è poco chiaro nel dibattito pubblico è che l’elevato costo degli incentivi alle energie verdi non è solo una caratteristica italiana: come recentemente messo in luce da un’analisi dei principali operatori del settore, la produzione di energie rinnovabili pesa per 17 miliardi di euro sulle tasche dei consumatori tedeschi.
I finanziamenti pubblici sono ammontati lo scorso anno a 20 miliardi di euro, mentre la vendita dell’energia prodotta dagli impianti eolici, solari e a biomassa ha fatto registrare un incasso di appena 2,9 miliardi di euro. Eppure, nonostante il conto salato, che comunque si cercherà di tenere sotto controllo con una progressiva riduzione degli incentivi, la Germania ha fissato ambiziosi target sulle fonti pulite che guardano anche a dopo il 2020 e ha definitivamente rinunciato a ogni ripensamento sul nucleare (abbandonato in seguito alla catastrofe di Fukushima).
In Italia invece, come è noto, la sensibilità sul sostegno alle fonti pulite è molto più oscillante. Certo, una differenza tra i due Paesi esiste e non è da poco: la Germania, grazie anche al suo sistema d’incentivazione, ha messo in piedi una filiera industriale delle rinnovabili elettriche molto sviluppata (nonostante le recenti crisi di molte aziende), l’Italia molto meno. Il nostro Paese potrebbe, invece, contare su una filiera delle rinnovabili termiche ben avviata, ma sinora poco supportata (appena 900 milioni di euro dal recente Conto termico).
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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