Mercato rinnovabili
Il minieolico arriva in Borsa
True Energy Wind ha deciso di avviare il progetto di quotazione presso il mercato Aim Italia per aumentare la propria capitalizzazione e investire nuovamente nel settore
Il fermento che sta caratterizzando il comparto del mini eolico in Italia è testimoniato dal caso di True Energy Wind, società che fa capo al fondo di private equity True Energy Sicav Sif, che ha avvia il progetto di quotazione presso il mercato Aim Italia (mercato alternativo del capitale), con l’obiettivo di debuttare a Piazza Affari entro la fine dell’estate. Il fondo, specializzato in investimenti nel settore delle energie microrinnovabili e presieduto da Angelo Lazzari, era stato lanciato nel gennaio 2011 e presenta un rendimento a oggi pari al +24,6%.
La quotazione di True Energy Wind rappresenterà una novità dal punto di vista della governance: all’interno del consiglio di amministrazione, composto da 6 membri, saranno presenti anche le minoranze con un rappresentante degli azionisti e uno degli obbligazionisti. L’obiettivo dichiarato del gruppo è di raccogliere capitale, sia in forma di equity che attraverso strumenti di debito, per finanziare un progetto di sviluppo che prevede la produzione e la commercializzazione di energia elettrica attraverso la costruzione e la messa a regime di 120 turbine minieoliche per una potenza di 5,4 MW.
Questa produzione si sommerà alle attuali 50 turbine già installate per 1,5 MW, generando già a partire dal 2014 un fatturato previsto su base annua di 4 milioni di euro. «Il minieolico è un mercato nuovo, in forte espansione e con grandi prospettive di crescita ed è questo che ci ha spinto ad approfondirne le opportunità, evidenziando in esso una redditività estremamente interessante: solo a titolo di esempio, una turbina da 60 kW è in grado di soddisfare il fabbisogno annuo di 60 famiglie – ha affermato Ciro Mongillo, ceo di True Energy Wind -. Il minieolico è stato, inoltre, uno dei pochi settori a essere uscito indenne dal nuovo decreto ministeriale del 6 luglio 2012 e rispetto al grande eolico è caratterizzato da un iter autorizzativo semplificato e da un ridotto impatto ambientale ».
In effetti, secondo i dati recentemente diffusi dall’associazione di categoria Assieme questa fonte dovrebbe conoscere un deciso sviluppo nel 2013, soprattutto grazie alla spinta delle normative favorevoli della Basilicata. Anche a livello globale, però, il trend è incoraggiante: il microeolico, stima Navigant Research, dovrebbe superare i 700 milioni di dollari di giro d’affari nel 2018.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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