Mercati finanziari
Il fondo Rockefeller abbandona le fonti fossili
Il fondo legato alla celebre dinastia capitalista dirotterà gli investimenti nelle rinnovabili. Una scelta che si fa strada nel mondo finanziario
A volte dei singoli casi spiegano più di tanti documenti o ricerche corpose. La vicenda è quella del fondo Rockefeller Brothers, separato ma comunque strettamente legato alla famiglia che ha segnato la storia del capitalismo americano. Un fondo grande anche se non gigantesco, con un patrimonio di 860 milioni dollari, in buona parte legato ai profitti ricavati dalla Standard Oil Co. Dopo un cambiamento di strategia avviato già nel 2010, nei giorni scorsi, in concomitanza con il summit mondiale sul clima, è arrivata la decisione di dismettere gli asset e le partecipazioni nelle fonti fossili, in particolare iniziando dal carbone e dalle sabbie bituminose.
Questi ultimi dovranno contare per meno dell’1% dell’intero portafoglio del fondo già entro la fine del 2014. Naturalmente saranno incrementati i programmi di investimento nelle energie rinnovabili, dove comunque il fondo era già attivo. Certo, da un lato la mossa poteva sembrare prima o poi obbligata, dato che questo fondo si presenta da tempo come “caritatevole”, volto a promuovere la pace e l’ambiente. La realtà, ha ammesso lo stesso Stephen Heintz, presidente del Rockefeller Brothers Fund, è che si tratta di un segnale molto importante per il mercato.
Le energie rinnovabili hanno infatti bisogno di investimenti da svariate migliaia di miliardi di dollari per centrare gli ambiziosi obiettivi fissati dai governi a livello globale e, in ultima analisi, ridurre le emissioni di CO2 e il conseguente cambiamento climatico. Il gesto del fondo Rockfeller, d’altra parte, aiuta a comprendere che molti gruppi finanziari hanno fiutato l’aria: le rinnovabili vengono viste come un asset sicuro, remunerativo e gradito all’opinione pubblica. Le risorse fossili, al contrario, incontrano sempre più resistenze e, spesso, si trovano in Paesi instabili o dove ci sono tensioni geopolitiche. Oltre ai Rockfeller nelle rinnovabili ha investito pesantemente anche Warren Buffet, il più grande investitore americano vivente. E pronti a fare scelte di questo tipo ci sono i grandi fondi istituzionali, in particolare i fondi pensione. Insomma, il mondo della finanza sembra prendere atto, forse in anticipo alla politica stessa, dei grandi cambiamenti in atto nel mondo dell’energia.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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