Fotovoltaico
Il film sottile paga la crisi dei prezzi
La caduta del costo dei moduli tradizionali rende difficile la profittabilità di questa tecnologia. Sul mercato rischiano di rimanere solo pochi attori
Di fotovoltaico a film sottile se ne parla ormai da parecchi anni, ma la piena affermazione di questa tecnologia è ancora incerta. Per chi ancora non lo sapesse il modulo a film sottile (thin film) è realizzato “spruzzando” atomi di materiale semiconduttore (ad esempio silicio o tellururo di cadmio) su un supporto rigido o flessibile (che può essere di plastica, lamiera o vetro), a differenza dei tradizionali moduli monocristallini (realizzati dalla lavorazione di blocchi di silicio) o policristallini (fabbricati dalla fusione di piccoli cristalli di silicio), consentendo così un minore risparmio di materie prime.
Secondo le virtù vantate dalle aziende produttrici, i moduli in film sottile riducono la perdita di energia ad alte temperature, con il vantaggio, quindi, di avere una maggiore produzione di energia durante il periodo estivo, un migliore comportamento in situazioni di luce diffusa, ecc.
Il rovescio della medaglia è la minore efficienza complessiva di questa tecnologia rispetto a quelle tradizionali (cioè capacità di conversione della radiazione solare in elettricità), nonostante i continui miglioramenti; gli analisti, comunque, avevano in passato sempre scommesso su un’affermazione del thin film, soprattutto per quanto riguarda le installazioni su superfici industriali.
In realtà, come aveva messo in luce già l’analisi del Solar Energy report 2012 del Politecnico di Milano, la forte discesa di prezzo dei moduli tradizionali ha arrestato la marcia del fim sottile, che nel 2011 non è andato oltre quota 18% del totale installato globale.
Anche le notizie più recenti che arrivano d’Oltreoceano confermano questa analisi: l’americana First Solar ( che ha prodotto 6 GW di moduli nel 2012) e la giapponese Solar frontier hanno continuato a macinare numeri positivi, ma il loro appare un successo isolato. First Solar, in particolare, può contare sulla posizione di forza nel mercato americano, atteso in grande sviluppo nel 2013.
La maggioranza degli operatori del film sottile, invece, continuerà a pagare la discesa dei prezzi dei moduli tradizionali che, soprattutto in Europa, ha già provocato la crisi di non pochi operatori del settore. Per quanto riguarda l’Italia il timore è che la mega fabbrica di Catania di 3Sun (partnership tra Enel Green Power, Stm e Sharp), basata sulla produzione di pannelli a film sottile e inaugurata con grandi speranze nel luglio 2011, possa trovare grandi difficoltà a smerciare i suoi 240 MW di produzione annuale.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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