Fonti alternative
Il biogas può crescere, ma solo con regole certe
La fonte rinnovabile può essere una grande opportunità per le aziende agricole. Il pensiero del Consorzio italiano biogas
Photo: elFrank70
Nel biogas ci sono potenzialità notevoli. Stando a studi recenti dell’Osservatorio agro energie, coordinato da Alessandro Marangoni di Althesys, l’Italia potrebbe ricavare oltre 10 milioni di tonnellate equivalenti di pertrolio sfruttando in modo adeguato solamente i sottoprodotti agricoli ossia gli scarti delle attività agricole e le deiezioni animali.
In attesa del decreto che stabilirà gli incentivi nel settore delle energie rinnovabili, abbiamo voluto comprendere meglio le potenzialità del settore e i vincoli necessari per il suo sviluppo chiedendo un parere a Viller Boicelli direttore del Consorzio Italiano Biogas, prima aggregazione (e giovane, dato che è stato costituito nel 2009) volontaria che riunisce aziende produttrici di biogas da biomassa prevalentemente agricola, le aziende o società industriali fornitrici di impianti e tecnologie.
“Attualmente in Italia si contano circa 600 impianti e si è assistito a uno sviluppo significativo grazie a un periodo di relativa stabilità economica. Ma questo settore rischia di fermarsi se non avremo presto una normativa sulle tariffe incentivanti, di regole certe per dare continuità a un settore che sta salvaguardando il territorio. Siamo convinti che l’incentivo a 0,28 euro per ogni kWh prodotto dall’impianto abbia dato avvio al settore ma siamo anche convinti che ci sia forte interesse anche a condizioni diverse che non siano pero troppo vincolanti e che dimostrino la conoscenza del settore, raggiungibili e condivisi”.
Opportunità nazionale e locale
Il biogas, evidenzia Boicelli, è un’opportunità anche per il sistema energetico nazionale: pur non in grado finora di sviluppare numeri notevoli, in termini di energia prodotta, “ha il pregio di essere una fonte rinnovabile programmabile e stoccabile”.
Ma soprattutto è un’opportunità per le aziende agricole, specie quelle zootecniche che possono trarre giovamento dall’impianto a biogas “in due modalità differenti, ossia può rappresentare un sostegno dell’attività agricola o essere complementare”. Oltre che essere una fonte energetica rinnovabile, è anche ‘ambientalmente corretta’: come ricorda il Consorzio, il biogas rende “risorsa” quelle che sono sostanze residuali altrimenti destinate allo smaltimento. Con il biogas, infatti, i reflui di allevamento si fanno materia prima, gratuita e sempre disponibile, per la produzione di energia rinnovabile e pulita. Non solo: il materiale di risulta – reflui più stabili e inodore – possono essere cosparsi sui terreni come concimi ad elevato potere fertilizzante.
Occorrono però, ribadisce Boicelli, regole certe perché il settore possa svilupparsi e questo lo si può avere, per esempio, stabilendo che al momento della presentazione della domanda di autorizzazione il proponente deve dimostrare la disponibilità di terreni agricoli sufficienti alla produzione di almeno il 70% dell’energia primari necessaria al funzionamento dell’impianto, al netto dell’energia ricavabile da effluenti zootecnici e da sottoprodotti.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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