Riscaldamento domestico
L’idrogeno entra in casa
Un sistema che utilizza idrogeno prodotto solo da fonti rinnovabili e aria
È l’elemento più abbondante nell’universo e per molti rappresenta la vera via per affrancarsi dalla dipendenza energetica “fossile”: si tratta dell’idrogeno, che non ha avuto modo di esprimere al meglio le sue potenzialità energetiche, dati i costi per ricavarlo. Ma ora si prospetta un utilizzo decisamente più interessante per le applicazioni che può avere: il riscaldamento domestico.
In questo senso si è messo in luce il sistema ideato dalla novarese Giacomini, che ha messo a punto H2ydrogem®, un combustore che, spiega l’azienda, “sfrutta una reazione catalitica ed è perciò un generatore termico privo di fiamma. Nel canale è presente un catalizzatore che permette a idrogeno e ossigeno di combinarsi in una molecola di acqua, liberando contemporaneamente calore”. È noto, infatti, che in natura l’idrogeno non è presente allo stato libero ma che è largamente disponibile in qualità di componente fondamentale dell’acqua.
In pratica il calore prodotto dalla reazione viene asportato da uno scambiatore di calore integrato nel combustore; la temperatura dell’acqua è compresa tra 35 e 40 °C, “ideale per alimentare impianti di riscaldamento a bassa temperatura come i pannelli radianti a pavimento, parete o soffitto”.
La novità ulteriore del sistema è che nell’intero processo non vi sono emissioni di anidride carbonica (CO2) e non si forma biossido di azoto (NOx), grazie alla bassa temperatura di combustione (300-350 °C). “L’unico altro prodotto della reazione è semplice vapore d’acqua che può essere tranquillamente liberato in atmosfera” spiega sempre l’azienda.
Perché l’intero processo sia davvero “zero emission” l’energia elettrica necessaria deve essere prodotta mediante fonti rinnovabili. L’energia elettrica generata da un campo fotovoltaico, per esempio, e immessa nella rete di distribuzione può essere prelevata ovunque per alimentare l’elettrolizzatore, svincolando il luogo di produzione da quello di utilizzo dell’energia.
H2ydrogem® ha già un’applicazione pratica: L’Hotel San Rocco di Orta San Giulio (Novara). L’occasione per chi volesse conoscere il sistema da vicino sarà la rassegna Klimahouse 2012, in programma tra il 26 e il 29 gennaio alla fiera di Bolzano.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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Michele
scrive il 23 settembre 2014 alle ore 20:49
Tempo addietro mi sono occupato del problema di come produrre biogas a costo della materia prima zero. Ho redatto una relazione specifica che suggerisce il modo più semplice per recuperare la materia prima da utilizzare mediante fermentazione anaerobica e produrre biogas. Ho redatto un vero piano attuativo per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, spiegando come operare per avere di buon grado la piena collaborazione degli utenti. Ho spiegato che tediare gli utenti con la differenziazione in casa di tutti gli scarti per conferirli differenziati agli speculatori, non è la maniera più adatta per realizzare, non solo un buon servizio ai cittadini, ma sopratutto il recupero delle sostanze recuperabili. Per me è sufficiente che gli utenti conferiscano i rifiuti solo in due gruppi: GLI ORGANICI separati da tutti gli altri. Questo criterio, non solo semplifica le operazioni domiciliari, ma sopratutto le rende possibili. Recuperando i rifiuti organici, questi possono essere avviati alla fermentazione anaerobica per produrre il biogas. A tale proposito ho suggerito nella proposta progettuale la introduzione in ogni casa di un mini digestore domestico che, altro non è che una particolare pattumiera dove l'utente può, alla produzione, deporre i rifiuti organici, i quali possono restare in giacenza anche parecchi giorni, prima di essere prelevati. Ho parlato di almeno quindici giorni. Ho messo a disposizione di chiunque la mia relazione e la personale disponilbilità ad illustare il criterio per la sua realizzazione. Naturalmente qualcuno che ha capito bene quali interessi verrebero compromessi con il criterio che suggerisco, mi ha risposto solo dicendomi che così ho finito col rompere le uova nel paniere. Non so cose ne pensate voi, se siete di parere contrario, ne possiamo parlare. Cordialità Michele