I nuovi scenari per il mercato delle rinnovabili
A colloquio con Paolo Peroni, avvocato di Rödl & Partner
Un’accelerazione del processo di fusioni e acquisizioni, l’uscita dal mercato degli operatori più speculativi e la ricerca di nuovi mercati nei paesi emergenti. Sono alcune delle linee di tendenza di medio periodo che emergono da uno studio sull’m&a nel comparto delle rinnovabili curato da Merger Market e dallo studio legale e tributario internazionale Rödl & Partner. Dei risultati emersi e delle prospettive per il settore abbiamo parlato con Paolo Peroni, associate partner di Rödl & Partner Milano.
Cosa ci attende in Italia dopo il quarto conto energia?
Il Quarto Conto Energia e il Decreto Romani hanno rimodulato il sistema di incentivi al fotovoltaico del nostro Paese, riducendo significativamente, nell’immediato, la redditività delle grandi infrastrutture energetiche rispetto ai piccoli impianti, in particolare se realizzati su edifici. La scelta legislativa orienterà gli investimenti stranieri verso questa tipologia di infrastrutture e condizionerà lo sviluppo dell’industria del fotovoltaico a favore di chi saprà cogliere le opportunità, anche commerciali, legate ad un mercato più vicino alla clientela retail che ai grandi investitori. L’evoluzione tecnologica e l’auspicata riduzione dei prezzi dovrebbe comunque consentire di salvaguardare, nel medio periodo, la profittabilità e quindi sostenibilità finanziaria dei progetti più performanti.
Qual è stata la reazione degli operatori?
L’industria del fotovoltaico ha subito una brusca frenata, ma non si è arrestata: in queste settimane, stiamo valutando e assistendo i clienti nella conclusione di una pluralità di operazioni anche rilevanti. Chi vedeva nel fotovoltaico un’occasione speculativa, probabilmente uscirà dal mercato. Chi crede nel fotovoltaico quale opportunità industriale, consoliderà la propria posizione. E’ comunque imprescindibile che vi siano regole certe e stabili, presupposto per la pianificazione e lo sviluppo di qualsiasi iniziativa economica.
Lo studio “M&A in Renewable Energy Global Outlook 2011” fa emergere che nel settore delle rinnovabili, contrariamente a due anni fa, l’Italia ha recuperato moltissimo, soprattutto sul fotovoltaico, che si colloca su livelli prossimi a Spagna e Germania. E’ tuttavia, indispensabile, ridurre gli ostacoli agli investimenti: si tratta dell’assenza o incertezza di una legislazione in materia, eccessiva durata per l’ottenimento dei permessi e incertezza sul buon esito di tali procedimenti, accesso al credito, situazione politica generale (energia rinnovabile – nucleare), incertezze sull’accesso agli incentivi. Le notizie circolate nei giorni scorsi in relazione a possibili ulteriori tagli ai sussidi inseriti in manovra finanziaria (fortunatamente, smentite dai fatti) hanno rischiato di assestare un duro colpo reputazionale alla politica energetica del nostro Paese. La percezione di incertezza latente potrebbe comportare la migrazione di capitali e risorse verso mercati esteri meno promettenti in termini di ritorni ma più affidabili. Un errore da non commettere.
Il recente referendum ha posto un divieto allo sviluppo degli investimenti in energia nucleare nel nostro Paese. Questo influenzerà gli investimenti nelle energie alternative?
Dallo studio risulta evidente come il disastro recente di Fukushima venga considerato dagli investitori uno dei fattori che porteranno alla revisione complessiva degli investimenti in energia nucleare, rendendo così il settore delle energie rinnovabili un’alternativa attraente. E’ ipotizzabile quindi che lo stop alla costruzione di nuove centrali devierà gli investimenti in parte verso le energie alternative ma molto dipenderà dalla linea di politica energetica che sceglierà di adottare il Governo.
Il rapporto evidenzia l’importanza dei mercati emergenti per il settore delle rinnovabili. Quali sono le opportunità?
Ad esempio il Sud Africa. Con la pubblicazione del Piano IRP il Governo, ha confermato il proprio impegno nella riduzione di emissioni di Co2 e nello sviluppo di energia da fonti rinnovabili che vuole aumentare dall’attuale 33% al 42% entro il 2030 . A sostegno di questo progetto sono state varate numerose disposizioni normative volte a stimolare ed incentivare gli operatori del settore.
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L'autore
Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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Giovanni
scrive il 23 agosto 2011 alle ore 10:32
Un Paese come il nostro non può non cogliere la straordinaria opportunità del fotovoltaico..d'accordo che stiamo vivendo una grossa crisi globale, ma è sbagliato ridurre il sistema degli incentivi statali, in particolare riducendo la redditività delle grandi infrastrutture energetiche rispetto ai piccoli impianti, ("se realizzati su edifici"). In ogni caso ho fatto costruire un impianto fotovoltaico sul tetto della mia azienda agricola grazie al lavoro dei tecnici dell'azienda Irsol).
robby
scrive il 06 settembre 2011 alle ore 18:43
Il problema è che in Italia, come al solito, si pensa più a fare profitti, che non a utilizzare al meglio una tecnologia. Soprattutto a fare i furbi. Del resto basta sentire che dice un esperto come Roberto Saija rispetto alla Robin Tax, che affossa lo sviluppo della tecnologia delle rinnovabili, e prova a far cassa sul successo che hanno avuto negli ultimi anni, invece che incentivare la ricerca.
michele
scrive il 20 gennaio 2012 alle ore 09:54
Corsi per energie alternative e/o fotovoltaici,possibile che non se ne trovano in lombardia?
Luigi Dell'Olio
scrive il 20 gennaio 2012 alle ore 11:38
che tipo di corsi cerca?