Tecnologia e innovazione
I droni danno una mano a energia e ambiente
L’impiego degli apparecchi volanti radiocomandati entra in gioco anche nel monitoraggio degli impianti fotovoltaci e nella lotta a inquinamento e parassiti
Photo: Dkroetsch/Wikipedia
I droni sono tra le soluzioni tecnologiche più in voga negli ultimi anni. Il loro mercato è in pieno boom: da ricerche e previsioni si stima la spesa per lo sviluppo tecnologico oggi è di quasi 6,5 miliardi di dollari ed entro 10 anni passerà a 11,5 miliardi, ossia raddoppierà.
Certo, la fetta più grande di questo sviluppo è riservata al settore militare ma c’è un ampia potenzialità di utilizzo di questi macchinari volanti radiocomandati, tecnicamente definiti come aeromobili a pilotaggio remoto (APR). Una delle tante modalità di impiego ha a che fare con gli impianti di produzione di energia rinnovabile: un team di ricercatori del Politecnico di Milano ha ideato e sviluppato un nuovo sistema di monitoraggio degli impianti fotovoltaici basato proprio sull’impiego dei droni. L’idea alla base, spiegata dettagliatamente tramite un articolo pubblicato sulle pagine dello IEEE Journal of Photovoltaics è quella di montare sensori di vario tipo (fotocamere, termocamere, sensori ottici, per esempio); in pratica i droni, sorvolando moduli di impianti fotovoltaici, verificano in modo puntuale ed efficiente il loro funzionamento o colgono eventuali anomalie.
Altro esempio di impiego dei droni nel settore delle rinnovabili è quello pensato dalla società britannica New Wave Energy UK che sta mettendo a punto un progetto di una centrale elettrica, a fonti rinnovabili, ad alta quota ( 15mila metri): per realizzarla si pensa appunto a una flotta di droni, in grado di sfruttare fonti quali l’energia solare ed eolica. Parte del progetto sono anche i sistemi di trasmissione energetica dall’alta quota a terra, oltre al modo di alimentare, con la stessa energia, i droni impiegati.
Per i droni si pensa anche a una destinazione ecologica. Almeno per quanto riguarda l’idea della Cina che per combattere lo smog sta pensando a speciali droni “cattura inquinamento”, ossia ad apparecchi progettati per disperdere le particelle inquinanti sopra le città. A guidare i sostenitori del progetto sarebbe la China Meteorological Administration ed esperti di aviazione, mentre a realizzarlo ci avrebbe pensato la Aviation Industry Corp of China, società statale cinese.
Venendo all’Italia, un altro aiuto all’ambiente, in questo caso specifico all’agricoltura, arriva sempre dai droni: nel Mantovano è stata predisposto un apparecchio in grado di spargere in volo speciali involucri di cellulosa biodegradabili con all’interno uova di trichogramma brassicae, un insetto capace di uccidere le uova di piralide del mais, un parassita temuto dagli agricoltori per i danni alle coltivazioni. Nel Cremonese invece è stata predisposta un flotta di droni in grado di monitorare la salute di ampie distese di coltivazioni di pomodori.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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