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Gli ultrasuoni migliorano la resa del biogas

Il comparto italiano è avviato verso una fase di consolidamento, con circa 1.000 MW installati sul territorio nazionale. Dalla Germania, intanto, una novità destinata a impattare sulle prestazioni del biogas

Scritto da il 10 marzo 2014 alle 8:30 | 0 commenti

Gli ultrasuoni migliorano la resa del biogas

Tutte le energie rinnovabili, essendo fonti di produzione relativamente giovani, sono suscettibili di miglioramenti dal punto di vista dei rendimenti energetici, ossia della quantità di energia generata. Infatti laboratori e centri di ricerca di tutto il mondo sono al lavoro per migliorare le prestazioni degli impianti, anche se, a onor del vero, l’attenzione è concentrata prevalentemente sul fotovoltaico.

Dalla Germania arriva invece una novità destinata a impattare sulle prestazioni del biogas, in particolare quando la biomassa a disposizione è difficile da trattare: l’azione degli ultrasuoni, le onde sonore meccaniche attualmente impiegate in numerosi ambiti industriali e sanitari, favorirebbe il processo di accelerazione biologico del digestore.

In pratica, grazie agli ultrasuoni la biomassa viene sminuzzata, le sostanze dannose in essa contenute vengono eliminate e il processo biologico del digestore è facilitato, attraverso un’operazione che non influisce sull’attività dell’impianto. Secondo quanto dichiarato da Christian Eichhorst, direttore generale dell’azienda tedesca Weber Entec GmbH, in occasione della presentazione della manifestazione Bioenergy Italy (che si è svolta a Cremona dal 5 al 7 marzo), gli ultrasuoni sono in grado di garantire un maggiore rendimento (circa il 25% in più) del biogas prodotto perché praticamente tutta la biomassa viene utilizzata.

In Italia sono ancora poche le aziende agricole che si sono dotate di questa tecnologia, ma l’interesse si sta diffondendo, anche se l’investimento negli ultrasuoni è comunque rilevante. Mediamente per un impianto da 1 MW si parla di 110.000 euro che si dovrebbero ripagare in tempi ragionevoli grazie alla maggiore generazione energetica.

Intanto, secondo gli ultimi dati forniti dal Cib (Consorzio italiano biogas), il comparto nazionale sembra ben avviato verso una fase di consolidamento. Con oltre mille impianti per una potenza installata che supererà a breve i 1.000 MW elettrici, l’Italia è il secondo mercato europeo dopo la Germania, e terzo mondiale dopo la Cina. Dopo le novità normative dei mesi scorsi, l’interesse maggiore degli operatori è concentrato sul biometano.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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