normativa
Fire: al mondo dell’energia serve una nuova governance
L’associazione evidenzia come il proliferare di provvedimenti contrastanti disorienti gli operatori e complichi gli investimenti
Come è stato regolato in questi anni il mercato nazionale dell’energia? Non molto bene, secondo quanto rileva il Fire, la Federazione per l’uso razionale dell’energia, secondo cui si è assistito a un proliferare di provvedimenti spezzettati e scoordinati, con il risultato finale di disorientare gli investitori. L’associazione riconosce che l’Autorità per l’energia si trova di fronte a una sfida epocale in termini di regolazione. Nel giro di quindici anni tutti i fondamentali del mercato dell’energia sono infatti cambiati: domanda, offerta, trasporto e misura, mix produttivo, mix di approvvigionamenti, modifiche nella composizione degli attori dell’offerta e della domanda, sviluppo di nuove tecnologie.
In questo contesto difficile gli strumenti messi a punto nel corso dell’ultimo decennio stanno mostrando i loro limiti su vari fronti: funzionamento del mercato, tariffe di trasporto e distribuzione, dispacciamento e sbilanciamenti, applicazione degli oneri di sistema, caratteristiche della riserva, contratti di importazione di elettricità e gas naturale e rigassificatori. “Lo sforzo richiesto al Regolatore è probabilmente superiore a quello messo in campo all’atto della liberalizzazione dei mercati, in quanto allora le trasformazioni richieste erano limitate all’apertura dell’offerta su un sottoinsieme ristretto di utenti e all’avvio del nuovo sistema tariffario. Ora ci si trova di fronte a un sistema in veloce trasformazione, per il quale però non è chiara la destinazione, a causa della mancanza di indirizzi chiari da parte del Legislatore”, sottolinea Fire.
In effetti, negli ultimi quindici anni sono stati partoriti provvedimenti contrastanti, destinati invariabilmente a un ripensamento dopo qualche anno. Senza contare che gli stessi decreti legge sono scritti in modo incomprensibile (con continui riferimenti a commi di altre leggi da modificare o abrogare): basti guardare l’ultimo provvedimento dell’Autorità sui dispositivi d’accumulo, con dei comma lunghi decine di pagine. “Il risultato – rileva il Fire – è un’accresciuta incertezza interpretativa, che si traduce in caos procedurale nei procedimenti amministrativi, aumento della corruzione, incremento dei contenziosi, incertezza fra gli operatori, complicazione delle procedure di controllo e verifica. Provvedimenti come lo spalma incentivi per il fotovoltaico, poi, creano più danni dei benefici che dovrebbero portare, in quanto minano i fondamenti del diritto e del mercato. A farne le spese è il mercato, in particolare modo quelle PMI che sono responsabili di una buona parte del PIL, e la possibilità di attirare investitori e capitali”.
Come fare allora ad uscire da questa situazione? Secondo il Fire non servono grandi miracoli: l’AEEGSI dovrebbe semplicemente riprendere a lavorare per testi integrati e aggiornati, sforzandosi di eliminare i provvedimenti obsoleti ed abrogati dall’elenco degli stessi in un’ottica di razionalità.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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