Internazionalizzazione
Eolico, le imprese italiane vanno all’estero
I grandi operatori nazionali dell’eolico puntano sempre più sui mercati emergenti per sopperire al sostanziale stallo del settore a livello nazionale
L’eolico italiano, come abbiamo scritto più volte in passato, non vive uno dei suoi momenti migliori. L’attuale sistema di incentivazione in vigore in effetti, ha contingentato la nuova potenza installabile e ha tolto molte certezze agli operatori. Senza contare che, ormai, i migliori siti a disposizione sul territorio nazionale sono stati già occupati da pale e torri eoliche.
Già da alcuni anni, però, le principale società italiane specializzate nelle energie rinnovabili hanno deciso di orientare la loro azione verso i mercati esteri. A livello globale, anche secondo quanto reso noto dall’ultimo World Energy Outlook della Iea, le prospettive per questa fonte sono infatti molto positive, tanto che si stima che l’eolico possa garantire al 2050 circa il 18% della domanda globale di energia elettrica globale, contro l’attuale 3%.
Dunque i nostri operatori si stanno dando da fare sui principali mercati emergenti: il campione nazionale delle rinnovabili, Enel Green Power ha in cantiere oltre 4 GW di nuovi impianti da qui al 2017, in buona parte all’estero e in perlopiù proprio nell’eolico. Non passa quasi settimana, in effetti, che la società guidata da Francesco Starace annunci nuovi investimenti nel campo dell’energia del vento, principalmente nel mercato americano dell’eolico.
Molto attiva è anche Falck Renewables, che può contare su circa 731 MW di potenza eolica installata, di cui 288 MW nel Regno Unito. Recentemente, proprio questa ampia disponibilità di risorse eoliche ha permesso alla società di Sesto San Giovanni di incassare ben 185 milioni di euro dalla cessione del 49% delle società cui fanno capo i sei impianti eolici già operativi nel Regno Unito.
Altre società attive nei mercati esteri dell’eolico sono Erg Renew, presente già dal 2007 nel mercato francese (64 MW) e tedesco (86 MW). Il gruppo ha anche avviato una joint venture con Lukoil per operare nel mercato dell’Europa orientale. Anche Renexia, espressione del gruppo Toto costruzioni, che già possiede alcuni impianti nel Sud Italia, sta guardando sempre di più all’estero, in particolar modo negli Usa e in Tunisia. Insomma, l’eolico è sempre più un business internazionale e le nostre aziende stanno cercando di non farselo scappare.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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