Fonti pulite
Eolico, crescita record nel 2014 per Cina e Usa
Secondo i dati forniti da Bloomberg New energy finance, dietro
Mentre per l’eolico italiano il 2014 è stato un anno da dimenticare, fondamentalmente per ragioni di tipo normativo, per le stesse ragioni diversi mercati mondiali hanno mostrato delle crescite record. Lo rivela un’analisi di Bloomberg New Energy finance, secondo cui ad esempio negli Usa il mercato è cresciuto di sei volte nel 2014, per una nuova capacità installata che si aggira intorno ai 4,7GW. Il merito è dell’estensione della Production Tax Credit, gli incentivi in vigore negli Usa, che ha spinto la corsa delle turbine a stelle e strisce, tanto che gli Usa nel 2014 possono fregiarsi del titolo di secondo mercato mondiale.
Il primo mercato, senza ombra di dubbio, è la Cina, che nel 2014 ha conosciuto un ennesimo boom delle installazioni, aumentate del 38% rispetto al 2013. Lo scorso anno il gigante asiatico ha infatti installato 20,7 GW , quattro volte in più rispetto agli Stati Uniti e circa il 40% di tutta la nuova capacità eolica installata in tutto il mondo. Tanto che oggi la Cina può contare su ben 96GW di impianti eolici connessi alla rete, una potenza elettrica maggiore a quella dell’intero parco di generazione britannico. Le turbine ormai sono diventate la terza fonte elettrica del Dragone, alle spalle di carbone e idroelettrico, ma davanti al nucleare. Anche in questo caso, però, c’è lo zampino della situazione normativa: nel 2014 i produttori si sono affrettati a completare i progetti, in vista dell’imminente taglio delle tariffe feed-in.
L’eolico cinese, però non è un affare globale, quanto, piuttosto, riservato agli operatori locali. I primi cinque produttori di turbine cinesi (Goldwind, Guodian United Power, Envision, Ming Yan e Sewind) controllano circa il 60% della capacità totale installata, mentre ai produttori stranieri resta in mano meno del 2% del mercato cinese, ossia le briciole. Per fortuna dei player extracinesi, anche altri mercati sono andati bene nel 2014: tra questi Germania (3,2GW), Brasile (2,9GW) e India (2, 3GW), anche in questi casi in buon parte per ragioni legate ai sistemi di incentivazione. In Italia, per offrire un termine di paragone, nel 2014 ci siamo fermati ad appena 109 MW, dunque 20 in volte in meno dell’India.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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