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Efficienza energetica, una leva per il Made in Italy | Tekneco

Tekneco #12 – Green energy

Efficienza energetica, una leva per il Made in Italy

Rinnovabili e politiche a lungo respiro per la filiera industriale mirata all’efficienza energetica: la soluzione prospettata da Niccolò Aste del Polimi

Scritto da il 28 agosto 2013 alle 8:30 | 1 commento

Efficienza energetica, una leva per il Made in Italy

«Gli italiani sono buoni consumatori di energia, ma non buoni produttori». Ad affermarlo è Niccolò Aste, docente universitario del Politecnico di Milano – Dipartimento di Scienza e tecnologia dell’Ambiente costruito (Best). Occasione del suo intervento è stata la conferenza di presentazione di Klimaenergy 2013, dove ha presentato lo stato dell’arte del settore energetico e delle rinnovabili, in particolare in Italia. Uno stato di forte dipendenza energetica (85%) dall’estero e basato «su un sistema fortemente centralizzato sul gas e sull’elettricità», ha ribadito Aste. È proprio la dipendenza dalle fonti fossili il fattore più evidente, con le rinnovabili che coprono una quota ancora poco incisiva sul totale. Come e dove intervenire? Magari su settori decisamente energivori, primo tra tutti quello edile.

La direttiva europea 2010/31/UE, recepita di recente dal Governo, che prevede che i nuovi edifici dovranno essere entro il 2020 a consumo energetico quasi zero, che scenario apre, per l’Italia?
«Innanzitutto, la direttiva europea, in prima bozza, prevedeva edifici a consumo zero; poi sono subentrati fattori che hanno cambiato questo intento. Il rischio insito è l’interpretazione “all’italiana” del quasi. In ogni caso, già oggi ci sono edifici di questo tipo. Ciò che occorre è un modo diverso di costruire, con sistemi di controllo e impiantistici che lavorino a regime. Tuttavia, il problema non riguarda tanto le nuove costruzioni quanto il parco edilizio già esistente, obsoleto, il cui tasso di rinnovo è molto lento. Per questo sono importanti le misure per la ristrutturazione e la riqualificazione energetica, in grado di migliorarne significativamente l’efficienza».

Come giudica, nel complesso, la politica di incentivazione mediante detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica?
«Di benefici ne hanno certamente apportati. Quello che dispiace è pensare al potenziale e constatare il risultato ottenuto. Più precisamente, gli incentivi sono sì stati concessi, ma con un quadro normativo molto fluido e altalenante. Il problema è che la pianificazione di un intervento richiede anche due anni dalla realizzazione del progetto alla sua attuazione. In sei mesi si fa fatica a coordinare tutto questo: occorrerebbe quindi una programmazione più lineare e meno frenetica. È quanto è accaduto nel comparto del fotovoltaico, con le misure “altalenanti” dei conti energia: a pesare sul comparto non è stata tanto la diminuzione dei finanziamenti ma la loro riduzione “a scatti”, con brevi preavvisi. Occorrerebbe, quindi, una programmaticità diversa, una politica più a lungo respiro, non maggiori investimenti. Perché l’investimento, la detrazione fiscale in riqualificazione energetica, attraverso l’impiego di soluzioni come i cappotti, i serramenti, gli impianti di distribuzione, sono tutte soluzioni che si realizzano in Italia; l’energia, invece, l’acquistiamo dall’estero. Allora l’incentivazione può avere la funzione di muovere la spesa da un mercato a un altro, acquistando non più energia, bensì più prodotti in grado di usarne di meno.

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Commenti

È stato inserito 1 commento.

  • Equilibrium
    scrive il 03 settembre 2013 alle ore 15:27

    L'efficienza energetica passa anche attraverso una riconversione e costruzione di edifici a impatto ambientale nullo realizzati con prodotti innovativi, come ad esempio il biomattone in canapa e calce: materiali traspiranti e igroscopici che rendono la casa pressoché indifferente alle variazioni climatiche e preservano gli abitanti senza isolarli ermeticamente. Per questo si inizia anche a parlare di post sostenibilità l'introduzione di tecnologie e tecniche frutto della felice sintesi tra antichi saperi e conoscenze attuali al fine di ottenere un "Equilibrio Naturale Costruito".

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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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