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Efficienza energetica, opportunità e finanziamenti UE | Tekneco

Horizon 2020

Efficienza energetica, opportunità e finanziamenti UE

Horizon 2020 è il programma di riferimento per chi fa innovazione e ricerca in materia di energia ed efficienza energetica. Ecco cosa offre

Scritto da il 07 dicembre 2015 alle 9:19 | 2 Commenti

Efficienza energetica, opportunità e finanziamenti UE

Photo: Flickr.com


Per le imprese che fanno ricerca e innovazione ci sono opportunità per essere sostenute economicamente. L’Unione Europea ha varato da tempo programmi di finanziamento, tra i quali Horizon 2020 che, tra i vari temi considerati, comprende anche quello dell’energia e, al suo interno, dell’efficienza energetica. A ottobre è stato adottato ufficialmente il Work Programme 2016-17 e sono state rese pubbliche scadenze e contenuti dei vari bandi (denominati call).
Ma come cogliere le opportunità offerte? Sulla questione è stato organizzato a Vercelli proprio in questi giorni un convegno intitolato “Energia, Innovazione ed Efficienza Energetica – Opportunità e finanziamenti”, presentato dal Polo di Innovazione Enermhy, in collaborazione con la Consulta per l’Imprenditorialità Giovanile e l’Unione Industriale.
Tra i relatori intervenuti, Paolo Guazzotti, di Enterprise Europe Network Confindustria Piemonte, ha illustrato il tema delle nuove call dedicate all’efficienza energetica. Prima di tutto ha spiegato cos’è Horizon 2020: «è un programma di implementazione della Europe 2020 Strategy. Partito nel 2014, avrà conclusione nel 2020 e conta su una disponibilità finanziaria complessiva di circa 75 miliardi di euro per l’intera Unione Europea e paesi associati. Riunisce, in un unico quadro di riferimento, tutti i finanziamenti esistenti per ricerca e innovazione e costituisce il principale strumento europeo per il periodo 2014-2020».
Le principali novità, rispetto al Settimo Programma Quadro (che pure è integrato all’interno di Horizon 2020), sono quelle di contare su un’architettura più semplice del programma, un unico sistema di regole, un modello semplificato di rimborso dei costi, una minore burocrazia richiesta per la preparazione delle proposte. Ma il merito forse più significativo di Horizon 2020, evidenzia Guazzotti, è di aver spostato il focus dalla ricerca sempre più in direzione del mercato, verso l’implementazione, verso un impatto concreto della ricerca e innnovazione mirato al mondo produttivo e alla società in generale.

Com’è strutturato Horizon 2020, dove entra in gioco l’energia e, in particolare, l’efficienza energetica?

È strutturato su tre pilastri, uno dei quali dedicato alle sfide sociali (Societal Challenges), che cerca di affrontare in una maniera più ampia e che tenga conto non solo dell’aspetto scientifico, ma anche dell’aspetto sociologico: in pratica, considera l’effetto sul comportamento della società di alcune sfide chiave per il futuro comunitario e globale. Al suo interno rientra la sfera dell’energia e, nel dettaglio: le tecnologie LCE (low carbon energy, che comprende anche le energie rinnovabili e il sistema energetico in termini di reti e storage), smart city e community, strumenti per le PMI e l’efficienza energetica. Il budget complessivo è suddiviso per il 31% al primo pilastro, il 22% al secondo e il 38% al terzo.

Qual è il budget previsto per energia ed efficienza energetica?

Alla sola energia (Energy Challenge) viene destinato il 7,5% ossia circa 5,7 miliardi di euro. E nelle call 2016-2017 relative all’energia troviamo l’efficienza energetica: in essa sono contemplate soluzioni di riscaldamento e raffrescamento, le attività di coinvolgimento del consumatore, servizi e prodotti industriali, meccanismi di finanziamento innovativo.
Per l’efficienza energetica sono stati stanziati 194 milioni di euro tra 2016 e 2017, per l’ambito LCE 720 milioni, per il comparto “smart” 131 milioni, e per le PMI 96 milioni. In termini percentuali l’efficienza energetica pesa per il 15%. È logico, oltre che tecnicamente opportuno, che l’aspetto dell’efficienza energetica (e l’uso di fonti rinnovabili) sia considerato anche all’interno delle priorità legate, ad esempio, ai trasporti e alle costruzioni.
Le prossime call hanno scadenza dal 21 gennaio 2016 fino al 2017.

In termini generali, che opportunità apre Horizon 2020?

Rispetto al Settimo programma quadro c’è stato un grosso salto culturale che ha spostato il focus dei progetti sull’ambito più applicativo, sulla ricaduta efficace e sul vedere risultati tangibili della ricerca e dell’innovazione. La stessa SET Plan, ossia il piano strategico sulle tecnologie energetiche adottato di recente dalla Commissione Europea stabilisce che il punto nodale deve essere il consumer, che venga formato, assistito, guidato, fatto evolvere nella figura del prosumer (attore dello scenario energetico). Ciò necessita non solo di tecnologie, ma di un ambiente, di una sovrastruttura che lo deve sostenere in tutto e questo apre a scenari davvero ampi che portano a una evoluzione sociale spinta.

Come giudica la scarsa percentuale di successo, in termini di raggiungimento del finanziamento? Nei bandi 2014-2015 “Energia sicura, pulita ed efficiente” su 1891 partecipanti italiani nelle proposte presentate solo 215 sono stati finanziati (l’11,8%)…

Premesso che la media italiana è leggermente, ma non drammaticamente inferiore a quella europea, capita che a livello formale le proposte siano presentate senza la giusta attenzione, con una qualità complessiva non sufficientemente studiata. Sul contenuto, invece, all’interno dei partner, quelli italiani sono molto presenti, a testimonianza della qualità degli attori nazionali. Dove si può lavorare? Sicuramente sul rafforzamento del grado e del valore delle partnership di livello internazionale: ci vogliono nomi di trainer forti che possano dare subito l’idea della forza della proposta. A fianco, occorre curare la qualità della comunicazione, facendo proposte progettuali subito chiare, focalizzate oltre che ben confezionate. L’invito è sfruttare le opportunità già presenti oggi quasi sempre in maniera gratuita sul territorio, che arrivano o dal sistema confindustriale o dai consorzi universitari gestori di poli dell’innovazione. Di soggetti che di mestiere offrono proprio questo tipo di supporto ce ne sono: vale la pena sfruttarli di più.


Commenti

Ci sono 2 commenti.

  • Michele Artuso
    scrive il 10 dicembre 2015 alle ore 07:24

    Sono dal 2012 ad elaborare prodotti per l'edilizia Adesso credo di aver raggiunto dopo tanti studi,ricerche e aver gettato prodotti nella ricerca aver trovato i materiali giusti. Abbiamo realizzato i nuovi mattoni e pacchetti per il risparmio energetico raffrescamento isolamento acustico inoltre i materiali sono resistenti al fuoco . In collaborazione con il Gruppo Mapei . Prespaglia riunisce inventiva tecnica e capacità . Certificato ICEA- ANAB . Tutto ciò è stato fatto con mezzi propri senza aiuti di finanziamenti o altro . Per ulteriori delucidazioni potete contattarmi ai N 335 264556 ; 393 9163078 micheleartuso58@gmail.com

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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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