Efficienza energetica: le norme ci sono, ma il decollo è lento
A colloquio con Attilio Carotti, docente di Scienza delle costruzioni al Politecnico di Milano
Photo: rangorang
Tra il dire e il fare…Il vecchio detto si adatta bene al tema dell’efficienza energetica nel nostro paese. Le norme non mancano, e nemmeno i progetti ai quali fare riferimento, ma per una diffusione su larga scala occorre cambiare la mentalità di consumatori e costruttori. A colloquio sul tema con Attilio Carotti, docente del dipartimento di Ingegneria strutturale del Politecnico di Milano che abbiamo intervistato proprio su questo argomento.
D: Nel 2006 aveva affermato che adottando delle politiche concrete in fatto di efficienza energetica si riuscirebbe a risparmiare fino all’80% in più di carburante. Dopo cinque anni sono state attuate politiche e norme concrete a livello nazionale e locale?
R: Sì e direi significative. A livello normativo il decreto legislativo 311/2006 e la norma UNI/TS hanno creato seri binari per i progettisti e costruttori. Il corpus normativo è serio e scientificamente rigoroso. Il problema è legato al controllo sul campo del rispetto (anche quantitativo) dei dettami normativi.
D: In questi giorni si parla della proposta di legge n. 1952 “Sistema casa qualità. Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell’edilizia residenziale”, di iniziativa di Guido Dussin (Lega nord), di cui la Commissione Ambiente della Camera ha adottato un nuovo testo base. Qual è la sua opinione in materia?
R: Gli obiettivi sono pienamente condivisibili.
D: Cosa manca ancora in concreto all’Italia per confrontarsi con modelli virtuosi a livello internazionale?
R: Quello che manca agli Italiani è il dna dei tedeschi. Qualcuno ha scritto che ciò che distingue un italiano da un tedesco è che quest’ultimo prova piacere a trascorrere la domenica nella lettura del libretto d’uso della sua caldaia, come fosse un giallo di Agatha Christie.
D: Gli enti locali si dimostrano attenti al tema?
R: Bolzano è indicativo di come un modo di pensare e di agire possa avere grande influenza su queste tematiche. Qualcuno mi ha detto che a Bolzano c’è un diverso atteggiamento professionale tra imprese di lingue italiana e di lingua tedesca.
D: A che punto siamo a livello di adozione di tecnologie e sistemi per l’efficienza energetica nelle strutture pubbliche? Può segnalarmi qualche esempio virtuoso?
R: Posso fare l’esempio del Politecnico di Milano, che ha da poco varata la figura dell’Energy Building Manager” per i vari fabbricati del suo complesso. Non saprei dirle molto di più.
D: E per quanto riguarda le strutture industriali, in questo settore a suo parere ci sono stati progressi?
R: Gli edifici industriali sono energivori e scarsa la sensibilità a un adeguamento. La massima criticità è data dalle coperture dei capannoni industriali: il loro adeguamento sarebbe sufficiente ad abbattere gli sprechi di energia. Per quanto riguarda i processi industriali, la figura dell’Energy Manager che esegua l’auditing e l’adeguamento comincia ora ad affacciarsi sulla scena professionale, ma siamo lontani da una prospettiva sistematica.
D: Quali eccellenze ravvisa sul territorio italiano relativamente all’efficienza energetica?
R: Direi certamente le capacità progettuali.
La proposta di legge 1952 sul “Sistema casa qualità”
La proposta di legge in esame (che verrà discussa in aula lunedì 6 giugno), “Sistema casa qualità. Disposizioni concernenti la valutazione e la certificazione della qualità dell’edilizia residenziale”, come si legge nel documento, si pone come legge quadro volta a migliorare la qualità dell’edilizia residenziale attraverso l’introduzione di “un vero e proprio marchio di qualità” da applicare agli edifici residenziali che certifichi la riduzione dei consumi energetici e il miglioramento del comfort abitativo. A tal fine, l’articolo 1 istituisce un sistema unico per la certificazione della qualità dell’edilizia residenziale, denominato “casa qualità”.
La finalità di questo sistema viene individuata nell’armonizzazione, in conformità al titolo V della parte seconda della Costituzione, delle norme nazionali, regionali e degli enti locali relative ai parametri di riferimento per la valutazione dei requisiti delle costruzioni per assicurarne:
- la sostenibilità ambientale;
- il risparmio energetico;
- il benessere psico-fisico dei fruitori.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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