riqualificazione edilizia
Edifici pubblici e fotovoltaico: pro e contro
Gli interventi sempre più frequenti di utilizzo di edifici pubblici per la produzione di energia pongono problemi e speranze sul lungo periodo
Dopo il boom degli impianti fotovoltaici “a terra” degli ultimi anni, la tendenza si sta orientando all’installazione degli stessi in copertura, grazie anche agli interventi governativi dello Stato e di alcune regioni. Tra queste la Puglia, che ha limitato l’installazione in aree agricole degli stessi istituendo dei limiti normativi più stringenti volti a salvaguardare il territorio.
Collocare un impianto fotovoltaico su un edificio pubblico quindi, sarebbe quanto di più naturale da fare per sfruttare al meglio le risorse del patrimonio edilizio comune in un’ottica di risparmio energetico.
In questa direzione si stanno muovendo sia le istituzioni nazionali che quelle periferiche, come regioni, province e comuni. Molti di questi interventi si stanno rivolgendo all’installazione sui tetti delle scuole, con vari tipi di bandi, da quelli interamente finanziati dallo stato quale quello emesso dal Ministero dell’Ambiente, a quelli di alcune Regioni e comuni che mirano più a una joint venture pubblico-privato, in modo da raggiungere comunque gli obiettivi della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Le potenzialità di un intervento del genere applicato all’intero panorama degli edifici pubblici sarebbero enormi: si otterrebbero dei buoni ricavi dal punto di vista della produzione di energia, sfruttando delle piattaforme già esistenti e collegandosi alla rete elettrica con più facilità anche se con impianti di minor taglia.
Ma è anche vero che oltre al problema dell’ integrazione degli impianti fotovoltaici in determinati contesti come i centri storici, vi è anche la convenienza degli stessi in particolari situazioni di degrado. Un problema non trascurabile in questi interventi è la situazione del tetto: non sono pochi gli edifici pubblici che presentano situazioni di deterioramento, i quali comportano costi aggiuntivi che spesso scoraggiano un intervento dei privati.
In questi casi dovrebbero intervenire le istituzioni, promuovendo, in questo periodo di forte crisi, degli incentivi maggiori per i privati che vogliono investire, in modo da preservare il patrimonio pubblico con le opere di manutenzione necessarie rendendolo al contempo produttivo dal punto di vista energetico.
Non va infatti dimenticata la forte connotazione educativa per la popolazione che questi interventi produrrebbero, contribuendo a far comprendere come il patrimonio pubblico non sia solo come spesso si dice “un divoratore di risorse”, ma anche un esempio di buona gestione della cosa pubblica che non pesa sui cittadini.
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