Strategia Energetica Nazionale
Da Ecomondo il Comitato IFI sulla SEN
Il Comitato IFI sulla bozza di SEN: assenti misure specifiche per promuovere l'industria; quelle per il mercato sono già superate
Alessandro Cremonesi, Presidente IFI, l’associazione che raccoglie oltre l’80% delle industrie nazionali dedite alla produzione di celle e moduli fotovoltaici, commenta la bozza di Strategia Energetica Nazionale (SEN), varata dal Governo lo scorso 16 ottobre: “la SEN ha sicuramente il merito di affrontare di petto un vuoto di indirizzo della durata di quasi 25 anni per uno dei settori economici più strategici per la crescita e la competitività del Paese.”
“Sono positivi i richiami a un deciso indirizzo strategico verso lo sviluppo e l’impiego delle rinnovabili, non ultima la volontà di superare gli obiettivi definiti dal Pacchetto Europeo Clima – Energia 2020 (cosiddetto 20-20-20) fino a farle diventare la prima fonte nel settore elettrico, a copertura del 38% dei consumi (+65% rispetto al 2010)”.
Secondo il Presidente del Comitato IFI, tuttavia, “È drammatica l’assenza di indicazioni per quanto riguarda la politica di sviluppo industriale del comparto fotovoltaico: se da un lato le misure programmatiche indicate a beneficio del mercato sono già vecchie (si fa riferimento al Decreto Interministeriale varato lo scorso luglio – V Conto Energia e che vedrà la fine già entro l’anno in corso) quelle a sostegno dell’industria nazionale delle componenti sono del tutto inesistenti.”
“Intendiamo quindi” – prosegue Cremonesi – “richiamare con forza l’attenzione del Governo, affinché offra indicazioni chiare per il comparto nel suo insieme, in chiave prospettica e non storica. Vediamo di buon grado, e per questo le inseriremo nelle considerazioni in risposta alla consultazione pubblica, tutte quelle misure capaci di spingere il mercato verso una generazione distribuita e di rendere al contempo forte e competitiva l’industria nazionale, fino ad oggi eccessivamente vessata dall’incertezza normativa, da un mercato drogato da pratiche di dumping e dalla forte presenza di componenti speculative. “
“In quest’ottica” – conclude Cremonesi – “siamo d’accordo a spostare le misure di sostegno al mercato verso strumenti non onerosi per i consumatori elettrici, a patto che però sia fatta prima pulizia all’interno della bolletta di quegli oneri cosiddetti impropri: esenzioni, regimi tariffari speciali e compensazioni, che vengono scaricati su tutti gli utenti per un valore complessivo di € 3 miliardi/anno.”
“Via libera quindi a tutto ciò che crea ricadute positive sul sistema Paese, in sintesi:
- alle detrazioni fiscali – al pari di quelle già presenti oggi per gli interventi di ristrutturazione edilizia, volano virtuoso al contempo di emersione economica e di stimolo al mercato – premiando solo quelle che abbiano un’ effettiva ricaduta sul sistema industriale nazionale e prevedendo un’estensione del beneficio anche alle aziende e non solo alle persone fisiche;
- a una rivisitazione del meccanismo di Scambio sul Posto dell’energia prodotta e consumata, con un innalzamento del suo limite attuale fino ad impianti di media taglia (0,5 – 1 MW), unito ad uno sconto di quegli oneri di sistema non imputabili alla fase di autoconsumo;
- a una dilazione sui debiti a medio e lungo termine (es. moratoria di un anno) che le industrie italiane delle componenti fotovoltaiche hanno contratto per l’ingresso in questo settore, ma che sono diventati insostenibili a causa dei continui e repentini cambiamenti legislativi/normativi che hanno affossato il mercato;
- alla creazione di un fondo di garanzia governativo, per agevolare l’accesso al credito da parte delle industrie manifatturiere del comparto che investono in tecnologia, e a beneficio degli operatori nazionali delle installazioni fotovoltaiche”.
Fonte: Ufficio Stampa Comitato IFI
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