incentivi
Conto termico, risultati al di sotto delle attese
Il Gse ha fatto il punto sull'andamento del sistema di incentivazione per le rinnovabili termiche e l'efficienza. Buona parte dei fondi sono ancora inutilizzati
Che fine ha fatto il Conto termico? Invocato per anni dalle principali associazioni di settore come l’arma decisiva per far avanzare le rinnovabili termiche e l’efficienza energetica e poi finalmente varato nel 2013, ha sicuramente avuto una diffusione meno vasta delle aspettative. Probabilmente anche per effetto della proroga e della definitiva esplosione delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica e le ristrutturazioni, con cui il Conto termico – in un certo senso – va a competere. L’analisi dei risultati messa a punto del Gse evidenzia come in realtà qualche risultato sia stato prodotto.
Più nel dettaglio, nel periodo compreso tra il 3 giugno 2013 e il 31 dicembre 2014 sono state trasmesse al GSE complessivamente 9.822 richieste di concessione degli incentivi, per la quasi totalità attraverso la modalità dell’accesso diretto. Le richieste sono arrivate in buona parte dai privati, che hanno totalizzato addirittura una percentuale del 97,8%, in buona parte per le abitazioni residenziali. 209 sono state invece le richieste relative a Amministrazioni pubbliche (2,2% del totale), riferite soprattutto agli edifici scolastici. Quanto si è speso? Complessivamente i sussidi attivati ammontano a 23,8 milioni di euro, di cui circa 20,2 milioni di euro a beneficio dei soggetti privati e circa 3,6 milioni di euro per le Amministrazioni pubbliche. Interessante è scoprire anche cosa è stato realizzato con questi fondi: in buona sostanza il Conto termico è servito a installare, nel 93% dei casi, appena due tecnologie, ossia solare termico (come nelle previsioni) e generatori a biomasse. Da questa accoppiata deriva una produzione stimata di energia termica rinnovabile di circa 91.000 MWh all’anno, capace di evitare circa 12.500 tonnellate di CO2 all’anno.
Una notizia un po’ meno attesa, invece, è che la partecipazione delle ESCO al meccanismo risulta essere, al momento, limitata: si tratta di circa il 10% delle richieste del settore pubblico, mentre le percentuali sono tutto sommato residuali per il settore privato. La conclusione del Gse è che, dopo due anni di funzionamento, la disponibilità di risorse del Conto termico risulta essere ancora molto ampia: le richieste che sono state ammesse agli incentivi e che hanno attivato il contratto con il GSE entro la fine del 2014 hanno infatti utilizzato “percentuali esigue” dei contingenti di spesa resi disponibili dal Conto Termico. A testimonianza di un andamento non certo travolgente, anche se il Gestore dei servizi energetici spera che la semplificazione normativa dello strumento, annunciata nei mesi scorsi, possa rilanciare questo strumento.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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