Normative
Biogas, gli incentivi premiano i piccoli
Il nuovo regime entrato in vigore a inizio 2013 cerca di valorizzare la piccola taglia e l’utilizzo di sottoprodotti di origine agricola
Per l’incentivazione del biogas tutto è cambiato dall’inizio del 2013: se negli ultimi anni il regime in vigore aveva favorito l’installazione di impianti di grandi dimensioni, il nuovo sistema, regolamentato dal D.M. 6 luglio 2012, favorisce la piccola taglia e il riutilizzo dei sottoprodotti. Il biogas, in realtà, è ricompreso dal decreto nel più ampio campo delle rinnovabili non fotovoltaiche, con l’obbligo che il costo massimo cumulato di tutte le fonti non superi i 5,8 miliardi di euro l’anno per gli anni 2013-2015.
Ritornando al biogas, la normativa stabilisce che gli incentivi più alti spettano agli impianti più piccoli, realizzati da imprese agricole che utilizzano sottoprodotti aziendali. In poche parole, l’incentivo (euro per MWh generati) diminuisce all’aumentare della taglia dell’impianto. Inoltre, le installazioni di potenza fino a 100 kW che impiegano prodotti di origine biologica accedono direttamente agli incentivi.
Tutti gli altri impianti, per vedersi assegnare le tariffe, devono iscriversi a un Registro e sperare di rientrare nelle graduatorie stilate dal Gse, che seguono le priorità stabilite dal decreto: il primo criterio di preferenza è quello relativo agli impianti di proprietà di aziende agricole, singole o associate, alimentati da biomasse e biogas con prodotti vegetali o sottoprodotti, con potenza non superiore a 600 kW.
Gli impianti iscritti al registro saranno incentivati secondo la graduatoria fino all’esaurimento del contingente annuale di potenza, che per il 2013 è pari a 170 MW. La procedura è ancora più complessa per le installazioni di potenza superiore a 5 MW, che accedono al sistema di incentivazione soltanto a seguito di una partecipazione a procedure competitive di aste al ribasso.
In generale gli incentivi sono riconosciuti per un periodo di 20 anni (anziché i precedenti 15) e possono essere incrementati se si adottano tecnologie atte ad abbattere il contenuto di azoto, se si producono fertilizzanti, se si riducono le emissioni di gas serra oppure si sviluppano soluzioni per la cogenerazione ad alto rendimento. Ad esempio, nel caso di impianti alimentati da biogas operanti in regime di cogenerazione ad alto rendimento (Car) che prevedono il recupero dell’azoto dalle sostanze trattate con la finalità di produrre fertilizzanti, il premio per l’assetto cogenerativo è aumentato di 30 €/MWh.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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