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Biogas ai nastri di partenza | Tekneco

sviluppo biometano

Biogas ai nastri di partenza

Parte la piattaforma per il biogas, settore nel quale l'Italia è uno dei leader nel mondo

Scritto da il 07 novembre 2016 alle 12:30 | 0 commenti

Biogas ai nastri di partenza

Sottoprodotti, ex rifiuti, agricoli e rifiuti organici. Sono queste le materie prime/seconde che si trovano in grani giacimenti urbani e rurali e che servono per ottenere il biometano. Carburante rinnovabile a zero emissioni. Al fine di valorizzare questa risorsa strategica nascerà il 9 novembre alla Fiera di Rimini in a Ecomondo la nuova Piattaforma Tecnologica Nazionale sul biometano promossa dal Cib (Consorzio Italiano Biogas) e dal Cic (Consorzio Italiano Compostatori) con la partecipazione di Anigas, Assogasmetano, Confagricoltura, Fise-Assoambiente, Legambiente, Ngv Italy, Utilitalia. La piattaforma intende “dare impulso alla produzione di biometano da matrici organiche e per raggiungere il target di 8,5 miliardi di metri cubi di gas naturale da fonti non fossili entro il 2030, moltiplicando di una volta e mezza la capacitá produttiva del nostro paese”.

«Sulla filiera del biogas-biometano – dice Piero Gattoni, presidente del CIB, Consorzio Italiano Biogas, che quest’anno raggiunge il record di presenze di soci a Ecomondo con 36 aziende espositrici – si gioca una fetta importante del futuro della sostenibilità del sistema energetico italiano e di quello agricolo. Gli ultimi sono stati anni difficili, per effetto dei ritardi e della mancanza di visione di lungo periodo a cui la nostra politica ci ha spesso abituato, ma le nostre aziende socie, con la loro presenza, dimostrano che, nonostante il periodo complesso, il nostro è un settore vivo, che non rinuncia a fare impresa in Italia e a farlo con la qualità del fare bene che contraddistingue le nostre produzioni agricole ed industriali. Per questo Ecomondo, visti anche gli attori coinvolti, rappresenta un passaggio molto importante».

Si tratta di un impegno congiunto tra le rappresentanze del mondo agricolo, delle imprese del riciclo organico, dell’industria del gas e delle utilities, alle associazioni ambientaliste.

I sottoprodotti agricoli e rifiuti organici: sono queste le materie prime per ottenere il biometano, “un giacimento accessibile di energia pulita per rendere sostenibili i trasporti e il settore agricolo e promuovere la sostenibilità della rete del gas, secondo i principi dell’economia circolare.

In Italia sono operativi piú di 1.500 impianti di biogas, dei quali circa 1.200 in ambito agricolo, con una potenza elettrica installata di circa 1.200 MW, equivalente a una produzione potenziale di biometano pari a 2,4 miliardi di metri cubi l’anno. L’Italia risulta il secondo produttore di biogas europeo, dopo la Germania, e il quarto produttore mondiale dopo Cina, Germania e Stati Uniti.

Il biometano non solo è strategico per il sistema energetico nazionale, in chiave di riduzione delle importazioni dall’estero, dicono dal Cib, ma lo è anche per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, poichè favorisce una transizione verso un’economia, un sistema dei trasporti e un’agricoltura con minori emissioni, quindi piú sostenibili e fondati sulla circolaritá e il riutilizzo delle risorse. La filiera del biogas-biometano risulta inoltre “il settore a maggiore intensitá occupazionale tra le rinnovabili con 6,7 addetti per MW installato e ha giá favorito la creazione di oltre 12 mila posti di lavoro stabili e specializzati.

 


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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