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Amici della Terra: la SEN sostiene eolico e solare | Tekneco

Tekneco #10 – Termico

Amici della Terra: la SEN sostiene eolico e solare

Rosa Filippini, presidente dell’associazione ambientalista, è convinta che le rinnovabili termine siano sottovalutate dalla Strategia Energetica Nazionale

Scritto da il 06 marzo 2013 alle 8:30 | 3 Commenti

Amici della Terra: la SEN sostiene eolico e solare

L’ingente incentivazione di eolico e fotovoltaico di questi ultimi anni, servita soprattutto alla realizzazione di parchi di grandi dimensioni, è stata avversata nel nostro Paese da poche voci contrarie. Una di queste, senza dubbio, è stata l’associazione ambientalista Amici della Terra che, invece, ha sempre sostenuto con forza la necessità di dirottare gli investimenti sulle rinnovabili termiche e l’efficienza energetica. Il vento ora sembra cambiato, in particolare con la presentazione della Strategia energetica nazionale (Sen). Ne abbiamo parlato con Rosa Filippini, presidente di Amici della Terra.

Qual è il vostro giudizio sulla Strategia energetica nazionale presentata dal Governo?

Il nostro è un giudizio positivo, sulle priorità della Sen (Strategia energetica nazionale) e sull’impostazione generale. In particolare, la Sen indica l’efficienza energetica come “prima priorità”; riconosce, inoltre, che le fonti rinnovabili termiche sono state, finora, “piuttosto trascurate” e ammette che “incentivi generosi” alle rinnovabili elettriche hanno generato “costi significativi per il sistema”. Sono tutte affermazioni che fino a qualche anno fa eravamo in pochi a fare. Il fatto che la Sen chiarisca ufficialmente che ci sono stati in passato errori e grandi sprechi, pone un punto fermo e dovrebbe almeno evitare – ad esempio – che, in futuro, possano ripetersi dei colpi di mano in Parlamento come nel famoso caso del decreto Salva Alcoa che, nel dicembre del 2010, fece saltare ogni previsione di installazione fotovoltaica e provocò un assalto alla diligenza degli incentivi senza precedenti, a spese del territorio agricolo e delle bollette dei consumatori. Purtroppo, però, la Sen è ancora ambigua e contraddittoria sul tema del sostegno alle rinnovabili.

Quali sono gli errori che imputate al documento elaborato dal Governo?

Viste le premesse, ci aspettavamo che il lodevole proposito di superare l’obiettivo del 17% di energia rinnovabile prodotta al 2020 venisse perseguito sostenendo finalmente le fonti pulite termiche in misura adeguata alle loro potenzialità. Invece, viene indicato un ulteriore aumento della percentuale di energia rinnovabile elettrica, che dovrebbe arrivare addirittura al 38%. Abbiamo fatto due conti in base alle cifre che la Sen prevede di destinare alle fonti pulite: nei prossimi 7 anni, dal 2013 al 2020, un Mtep prodotto da rinnovabili termiche riceverà incentivi per 150 milioni di euro; un Mtep risparmiato grazie all’efficienza energetica sarà sostenuto da 210 milioni di euro, mentre un Mtep generato dalle energie verdi elettriche riceverà ben 1.400 milioni di euro. Insomma, altro che “riequilibrio”, qui si persevera diabolicamente nell’errore. In ogni caso non chiediamo la revisione dei decreti sul fotovoltaico e sulle altre fonti rinnovabili elettriche emanati nel luglio scorso. Vogliamo però che, una volta esauriti i tetti di spesa posti da quegli stessi decreti, ogni incentivazione delle fonti rinnovabili elettriche intermittenti, come l’eolico e il fotovoltaico, abbia definitivamente fine. Potrebbero continuare a essere sostenute, piuttosto, oltre alle rinnovabili termiche e all’efficienza energetica, le energie verdi non intermittenti e con maggiore ricaduta sull’economia italiana, come la geotermia, o con alto indice di efficienza, come gli impianti di cogenerazione a biomasse derivate da residui dell’agricoltura o dell’industria alimentare. In quest’ottica, proponiamo di aumentare al 22% l’obiettivo 2020 delle rinnovabili termiche (fissato al 19% nella Sen), e di limitare al 31% quello delle elettriche.

Perché contestate tanto le rinnovabili elettriche come fotovoltaico ed eolico?

L’eccesso di incentivazione alle rinnovabili elettriche ha pesantemente aggravato le bollette degli italiani senza un beneficio ambientale effettivo. Anzi, col proliferare delle pale eoliche abbiamo fatto danni gravissimi al paesaggio e ai territori più sensibili e, con gli impianti fotovoltaici, abbiamo consumato ettari di suolo agricolo. C’è una convinzione errata, che continua a circolare tra gli ambientalisti, secondo cui le pale eoliche e i campi fotovoltaici possono sostituire le centrali tradizionali a fonti fossili. Forse, in futuro, con lo stoccaggio dell’energia, le cose cambieranno ma, per il momento, è vero il contrario: per consentire il dispacciamento dell’elettricità prodotta da fonte eolica e fotovoltaica, c’è bisogno di costruire (o di mantenere in funzione) appositi impianti (generalmente a gas) che siano in grado di sopperire velocemente alle variazioni di generazione degli impianti intermittenti.

Quali potrebbero essere, invece, i benefici per il sistema energetico nazionale assicurati dalle rinnovabili termiche?

L’uso dell’energia elettrica è in progressivo aumento ma il maggior consumo finale di energia è costituito dal riscaldamento e dal raffrescamento. Dunque, se vogliamo un uso razionale dell’energia, dobbiamo proporci di abbassare i consumi primari innanzitutto in questo settore. Una delle strade da percorrere è quella di evitare lo spreco di calore. Sono molteplici i processi produttivi in cui si genera calore che finisce semplicemente disperso in atmosfera. Occorre proporsi di riutilizzarlo sempre, come si fa (o si dovrebbe fare) con qualsiasi risorsa o materia prima. Tutte le tecnologie per l’utilizzo delle fonti rinnovabili termiche hanno un alto potenziale di utilizzo: ad esempio il solare termico, che in alcune tipologie innovative è anche adatto all’integrazione architettonica nei tanti centri storici che caratterizzano il nostro Paese. Oppure le pompe di calore per il raffreddamento e riscaldamento, che utilizzano il calore e il freddo dispersi nell’aria, nell’acqua e nel suolo, possono avere un larghissimo impiego in Italia, date le favorevoli condizioni climatiche, ma costituiscono anche un prodotto d’eccellenza dell’industria italiana nei mercati internazionali. In generale, l’utilizzo delle fonti rinnovabili termiche è fortemente connesso con gli interventi di efficientamento energetico e impiega manodopera altamente qualificata anche nelle fasi di progettazione, installazione, collaudo e manutenzione dei singoli interventi. Insomma, a fronte di bassi incentivi o sussidi, i risultati sono importanti sia dal punto di vista ambientale che economico con il massimo di ricaduta sul tessuto imprenditoriale nazionale.

Perché sinora, invece, eolico e fotovoltaico risultano molto popolari tra l’opinione pubblica e le termiche sono quasi sconosciute?

I mezzi d’informazione hanno importanti responsabilità. È preoccupante constatare che sull’informazione corretta di carattere tecnico scientifico prevalgano ancora posizioni di carattere ideologico-propagandistico. Inoltre, la classe politica, a suo tempo, dando attuazione agli impegni europei di politica climatica del 20/20/20, non ha elaborato un programma di politica industriale, non ha scelto una specifica strategia adatta alle caratteristiche del Paese; non ha fatto un’attenta analisi dei costi e dei benefici di diversi scenari di attuazione. Si è limitata a varare in fretta e con superficialità le misure più banali possibili, ossia fornire una rendita spropositata a chiunque decidesse di installare impianti eolici e fotovoltaici. Ben presto sono nate piccole società di facilitatori che acquisivano autorizzazioni per installare impianti e le rivendevano a società internazionali. Il risultato? Zero innovazione, prodotti importati dall’estero, ricadute occupazionali minime e scarsamente qualificate, profitti altissimi. Ben altro impegno avrebbe richiesto programmare l’efficientamento energetico del nostro patrimonio edilizio, compreso quello storico. Le aziende dell’eolico e del fotovoltaico, inoltre, grazie ai grandi guadagni ottenuti, hanno potuto investire somme considerevoli in immagine e propaganda per garantirsi un terreno favorevole e un’immagine amichevole per l’ambiente. Un fattore non da poco, in una società della comunicazione come la nostra.

 

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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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