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“Amesis” e il solare non teme le nuvole

Un nuovo sistema del Cnr per stimare la copertura nuvolosa. Con grandi potenzialità nella produzione di energia ma anche per la tutela dell'ambiente

Scritto da il 16 maggio 2012 alle 8:10 | 0 commenti

“Amesis” e il solare non teme le nuvole

Photo: Giovanna Lodato


Sfruttare al massimo la luce per produrre energia. Un obiettivo ambizioso e oggi possibile. Al di là di nuovi dispositivi studiati per ottenere il massimo rendimento dalle tecnologie solari, un nuovo apporto arriva dalla ricerca del Cnr, i cui risultati sono già stati pubblicati sulla rivista “Ieee – Transactions on Geoscience and Remote Sensing”.

Si chiama Amesis (Model for Estimation of Surface solar Irradiance from Satellite) il sistema per valutare la radiazione solare al suolo. Una creatura nata dal lavoro condotto in sinergia dagli istituti di metodologie per l’analisi ambientale (Imaa-Cnr) e per i beni archeologici e monumentali (Ibam-Cnr). Attraverso una serie di dati ad alta risoluzione, Amesis è in grado di considerare l’effetto di sistemi nuvolosi e aerosol e di stimare in anticipo la copertura nuvolosa.

Un modello che vanta grandi potenzialità nell’ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa solare. «La precisa conoscenza della disponibilità della risorsa solare sul territorio è strategica nella pianificazione della politica energetica e per chi investe capitali negli impianti di produzione, al fine di migliorare il sistema e pianificarne lo sviluppo nel tempo», fa sapere Edoardo Geraldi (Ibam-Cnr), autore dello studio con Filomena Romano ed Elisabetta Ricciardelli (Imaa-Cnr).

Ma come mai risulta tanto importante nella produzione di energia la stima della radiazione solare? Di fatto quest’ultima rappresenta un fattore caratterizzato da «discontinuità e aleatorietà notevoli», come conferma il Cnr in una nota. Infatti subisce l’influenza di fattori astronomici e viene assorbita, deviata e riflessa da gas, aerosol e nubi.

«Gli operatori – precisa Geraldi – identificano le principali limitazioni all’utilizzo del solare proprio nella bassa risoluzione temporale e spaziale dei dati e nella mancanza di stime di irraggiamento spettrale».

Per questi motivi l’obiettivo principale di Amesis è produrre accurati dati di irraggiamento. Performance già confermate dai confronti con i dati delle stazioni Gaw del Wmo (World Meteorological Organization) controllati dal Wrdc (World Radiation Data Center) e con altri modelli satellitari.

Da una prima valutazione emergono diversi campi di applicazione per Amesis: «La messa a punto di database e mappe della radiazione solare per ogni comune italiano; l’identificazione dei siti con il maggiore potenziale solare, ottimizzando in questo modo il ‘consumo’ di territorio; la conoscenza anticipata della copertura nuvolosa per valutare la potenza immessa nella rete, cruciale nella programmazione delle fonti di approvvigionamento e nella definizione delle tariffe – conclude l’esperto -. Inoltre, la messa a punto di strumenti tecnico operativi a supporto della pianificazione urbana e delle azioni di retrofit energetico sul patrimonio edilizio esistente. Da non trascurare, infine, il ruolo della radiazione solare nella caratterizzazione della vocazionalità agricola del territorio».


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L'autore

Giovanna Lodato

Web editor. Formazione umanistica alle spalle, ha collaborato con diverse testate on line. Ha scritto di cultura, arte, musica ma anche di cronaca e politica, fino ad approdare all'ambiente. Da quasi due anni ecologia nonché i temi legati alla green economy e all'edilizia verde la fanno da padrone nella sua produzione giornalistica.


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