Geatecno tra le imprese capofila della protesta in Quirinale giovedì 10 marzo 2011
Non possiamo restare fermi e subire passivamente le conseguenze del decreto Romani appena approvato.
“Non possiamo restare fermi e subire passivamente le conseguenze del decreto Romani appena approvato”.
La Geatecno, azienda pugliese leader nel settore, tra i soggetti capofila dell’organizzazione di una protesta la cui nota sarà sottoposta direttamente al Capo dello Stato a Roma giovedì 10 marzo 2011 affinché non firmi il testo vigente. Nei giorni scorsi le principali associazioni tra cui APER Associazione dei Produttori di Energia da Rinnovabili, Asso Energie Future, Assosolare e GIFI Gruppo Imprese Fotovoltaiche Italiane hanno inviato un appello al Presidente Napolitano, ma ora vogliono fare un passo in più e dare consistenza e volto ai numeri dell?industria del fotovoltaico nel nostro Paese che, tra operatori diretti e indotto, raggiungono un totale di circa 150.000 unità. Fanno sapere inoltre che nell’immediato sarà predisposta una Class Action e altre iniziative legali contro le condotte ostruzionistiche e anticompetitive dei grandi gestori e distributori delle reti elettriche nazionali e un fondo di solidarietà autofinanziato per sostenere le famiglie dei lavoratori che presto potrebbero trovarsi esclusi dal mercato del lavoro.
Pur se eliminato il tetto degli 8000 MW il decreto di fatto rinvia al mese di giugno per stabilire le fasce di incentivi per i nuovi impianti. Ciò comporterà la sospensione dei finanziamenti dalle banche e la paralisi del sistema delle imprese con il blocco dei cantieri in corso con una inevitabile ricaduta sull’occupazione e sull?economia.
“Sono esterrefatto – dice Giuseppe Bratta della Geatecno – Per un verso ci sono le raccomandazioni comunitarie sulla riduzione di emissioni di Co2 entro il 2020 e in Puglia, la prima regione italiana come potenza installata, si è arrivati a creare, riconosciuto dalla Regione, il Distretto Produttivo delle Energie Rinnovabili aggregando 337 imprese con lo scopo di costituire una filiera dell?energia compatta e autosufficiente; ora, per altro verso, il vuoto normativo assesta un duro colpo proprio a quel settore ritenuto economicamente strategico”.
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Geatecno
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