Decreto Romani: lettera aperta di Geatecno
L'azienda "made in Puglia", leader nel fotovoltaico, scrive al Governatore Vendola e ai parlamentari pugliesi.
Egregio Presidente della Regione, On. Nichi Vendola e stimati parlamentari pugliesi, Geatecno, azienda del Sud ‘made in Puglia’ con una ‘storia’ in consulenza, progettazione, realizzazione e manutenzione di impianti solari fotovoltaici, eolici e biomasse chiede la Vs. attenzione affinché il decreto legislativo presentato in queste ore dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani in attuazione della direttiva 2009/28/CE sia modificato considerando l’effetto a cascata sul mondo delle medie e piccole imprese del settore a cui offrire una reale opportunità di consolidamento e crescita della filiera nazionale come accaduto in altri paesi dell’Unione Europea, in primis la Germania.
Sembra non vi sia intenzione da parte del Ministero di sviluppare e sostenere le fonti rinnovabili, come richiesto dalla normativa europea. Si teme che tale impostazione sia data dall’aver recepito gli obiettivi comunitari come soglie invalicabili e non come punti di arrivo da superare in una logica di espansione del settore. Il che contravviene lo spirito della Direttiva e della recente Raccomandazione della Commissione Europea che ogni sviluppo del settore sia effettuato guardando al rapporto costi-benefici.
Quali le motivazioni:
- Se approvato, il decreto sospenderebbe gli incentivi una volta raggiunto il tetto degli 8.000 MWp (la sola Germania prevede una quota sei volte superiore) e ciò potrebbe verificarsi già entro l’estate perché tra impianti collegati e in via di collegamento si è a circa 7 GWp). La prima conseguenza sarebbe il blocco immediato dei finanziamenti dalle banche per nuovi impianti perché i tempi di concessione sono sempre lunghi e incerti e pertanto non si può essere sicuri di rientrare negli ultimi 1.000 MWp disponibili. Inoltre, nell’immediato futuro, non è dato sapere a quale tipo di regime incentivante gli impianti fotovoltaici potrebbero essere sottoposti. Il vero obiettivo della norma non è un sostegno di respiro, come ci saremmo aspettati, ma meramente di riduzione immediata e radicale dei costi della bolletta del fotovoltaico, a prescindere dagli effetti devastanti che questo comporta sin da ora sull’imprenditoria e sull’occupazione del fotovoltaico.
- L’inevitabile crisi delle aziende del settore e del significativo indotto (componentistica, studi tecnici e legali, imprese edili, trasporti, agenzie di comunicazione e molto altro) comporterà rinunciare a un fatturato totale di circa 40 miliardi di Euro che nel 2010 ha contribuito al PIL nazionale per oltre il 2%. Se non ci fosse stato il Conto Energia, ipotesi ora futuribile per il 2014 con l’approvazione del decreto Romani, molte aziende avrebbero chiuso e mandato a casa migliaia di persone che avrebbero inciso per miliardi di euro sulle casse statali come cassa integrati.
- Con gli 8.000 MWp del primo obiettivo, ormai prossimo al raggiungimento, le tasse pagate dagli operatori del settore (sugli utili e sul personale) ammonteranno a circa 2 miliardi di euro, mentre le tasse pagate dai soggetti responsabili degli impianti ammonteranno a circa ulteriori 0,5 miliardi di euro a fronte di costi in bolletta di circa 3,7 miliardi. Un bilancio reso ulteriormente positivo se si considerano le multe evitate dalla Commissione Europea per le minori emissioni di anidride carbonica.
- Il fotovoltaico ha raggiunto in poco più di 2 anni una quota del fabbisogno di energia elettrica nazionale pari a circa il 3%: nessun altra tecnologia energetica è in grado di raggiungere simili obiettivi in così breve tempo e con così ampio consenso popolare. Inoltre produce nei pressi del punto di consumo, riducendo le perdite di trasporto dell’energia elettrica che nel 2009 hanno coperto il 10% circa della produzione di elettricità nazionale.
In prospettiva i costi saranno minori (in bolletta di circa 28 Euro/anno a famiglia, ma il costo reale sarà meno di 10 Euro/anno grazie agli introiti a favore dello Stato) influenzati dalle graduali riduzioni delle tariffe incentivanti per i nuovi impianti, al consolidamento del settore industriale italiano e al possibile sviluppo all’estero, se si garantirà la continuità del quadro normativo attuale, delle nostre aziende, molte delle quali sono già leader a livello internazionale.
C’è spazio dunque per arrivare ai 20.000 MWp e oltre, garantendo l’8% di copertura del fabbisogno annuale nazionale.
Gli italiani hanno pagato dal 1992 a oggi cifre ben superiori (negli ultimi nove anni si stimano 33 miliardi di euro) per supportare la produzione elettrica da fonti assimilate, spesso inquinanti e che hanno prodotto giganteschi guadagni per pochissimi. Il fotovoltaico attiva un circolo virtuoso che supporta le società che vi operano, ma soprattutto gli attuali 200.000 autoproduttori. Chiediamo a Lei, Presidente, e ai nostri rappresentanti parlamentari di garantire certezza normativa continuando a proteggere le aziende, i lavoratori e le famiglie pugliesi che hanno saputo rendere la Regione un esempio da seguire collocandola ai primi posti nelle classifiche internazionali in quanto a pratiche virtuose.
Giuseppe Bratta
GEATECNO s.r.l.
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