Confapi su Strategia Energetica Nazionale: “ Governo miope e pro petrolieri”
Da qualche settimana il Governo ha finalmente approvato la Strategia Energetica Nazionale ed attualmente è nella fase in cui tutti i soggetti potenzialmente coinvolti possono dare dei “contributi” per migliorare tale strategico documento
La Confapi BariBat, che rappresenta la piccola e media industria sul territorio per voce del Presidente della Sezione Energia, Giuseppe Bratta, esprime le sue perplessità sulle logiche economico strategiche di tale documento programmatico.
La cosa che colpisce – afferma Bratta – è che, nonostante la priorità “dichiarata” data al risparmio energetico, tutta la Strategia è incentrata sul rilancio delle fossili. Si propone di fare dell’Italia un hub del gas, con lo sviluppo della ricerca di petrolio sul territorio nazionale, con tutti i rischi che ciò comporta per quelle che sono le vere risorse del nostro Paese, cioè il turismo, il paesaggio, la cultura. Rischi peraltro affrontati per ottenere quantità di petrolio irrisorie, sufficienti a soddisfare il fabbisogno nazionale per un anno o forse un anno e mezzo.
L’altra cosa che Confapi “boccia” è la riforma della governance, in cui si prevede di rivedere la Costituzione per riequilibrare le competenze tra Stato e Regioni (trasferendo più poteri allo Stato centrale). Questa è la logica opposta a quella che servirebbe per sostenere le fonti rinnovabili, che per loro natura sono diffuse e decentrate e vanno governate e gestite sui territori.
Continua Bratta: “Mi sembra che non si valuti in maniera adeguata l’impatto che la crisi economica avrà sul fabbisogno energetico futuro del Paese. Si continua a dire che l’anno prossimo ci sarà la ripresa, mentre fonti autorevoli ci dicono che la crisi durerà altri 5 anni. Quindi molte delle premesse della SEN, come quella di alimentare con il gas, che dovrebbe passare per l’Italia, una domanda energetica europea in crescita, rischiano di non avverarsi. E pertanto con una domanda in calo gli investimenti proposti non si ripagherebbero.
Inoltre le iniziative degli ultimi anni, che avevano portato l’Italia e la Regione Puglia a traguardare primati Nazionali in ambiti quali eolico e fotovoltaico, vengono messe in forse. E non tanto per il taglio degli incentivi, quanto perché le misure introdotte creano incertezza e insicurezza nella definizione dei piani d’impresa, impedendo gli investimenti che servirebbero sul lungo termine. Questi provvedimenti dunque sono sì coerenti con la SEN, ma laddove questa prevede di puntare sul rilancio delle fonti fossili, a scapito delle rinnovabili.
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