Tekneco #10 – Efficienza
Rinnovabili di casa propria
Le novità sul fronte delle rinnovabili che si possono utilizzare negli edifici sono molte e potrebbero cambiare parte dello scenario di queste fonti
Il matrimonio tra rinnovabili ed efficienza energetica negli edifici diventa sempre più “stretto” anche se i due piani, come giustamente afferma Norbert Lantschner, fondatore di CasaClima che ha lanciato il nuovo standard ClimAbita, «non devono essere confusi e sopratutto le fonti rinnovabili non devono “mettere una toppa” a un edificio poco efficiente».
Che le fonti d’energia rinnovabili possano, anzi debbano, trovare sempre più una propria “nicchia ecologica” sugli edifici residenziali è una certezza consolidata, ma è altrettanto certo che debbano essere autonome rispetto agli edifici. Detto ciò non sono poche le novità che hanno caratterizzato l’ultimo periodo in fatto di rinnovabili sugli edifici.
Il settore decisamente più “frizzante” sotto questo profilo è il fotovoltaico che gode del grande sviluppo in termini di ricerca e sviluppo dovuto alla crescita del mercato degli ultimi anni. L’innovazione nel fotovoltaico negli edifici si sta scrollando di dosso un’interpretazione prettamente tecnologica che in verità da tempo sta stretta al mondo dell’architettura, per il quale il semplice pannello fotovoltaico standard è visto in maniera contraddittoria, ossia come opportunità tecnologica ma anche come limitazione architettonica.
Una prova di ciò risiede nello sviluppo di pannelli semitrasparenti che sono stati sviluppati per l’utilizzo in coperture e che devono assolvere a tre scopi diversi: l’isolamento dall’esterno, la trasparenza per l’illuminazione naturale e la generazione energetica. Si tratta di componenti per ora utilizzati in grandi opere come stazioni, università e aziende, ma nulla esclude che in un futuro prossimo possano essere impiegati nell’edilizia privata, così come i pannelli flessibili che consentono un’integrazione totale su grandi e piccole coperture.
Tutto italiano, invece, lo sviluppo delle tegole solari che nascono in risposta ai vincoli paesaggistici delle soprintendenze, per consentire l’installazione del fotovoltaico anche nei centri storici. Nel frattempo si stanno sviluppando a livello industriale dei veri e propri “vetri fotovoltaici” trasparenti, quasi indistinguibili da quelli normali e altri colorati che si stanno facendo apprezzare dagli architetti.
Sole al caldo
Il solare termico, in attesa del Conto energia dedicato a questa fonte, nel frattempo “scalda i muscoli” anche se offre un panorama un poco più statico. Le novità per questa fonte, infatti, non sono tanto sul piano tecnologico ma sull’ottimizzazione della componentistica e su una maggiore integrazione architettonica.
Molto interessante è la proposta di pannelli componibili, in base a esigenze specifiche di spazio o energetiche, grazie all’utilizzo di singoli tubi che possono essere montati in serie in maniera facile, grazie a innesti rapidi, mentre per chi vuole utilizzare il termico e il fotovoltaico assieme il mercato propone dei pannelli “ibridi” che oltre a produrre energia elettrica da fotovoltaico, “recuperano” anche il calore, grazie a una soluzione di acqua e glicole che attraverso uno scambiatore di calore, o una pompa di calore, produce acqua calda per il riscaldamento o gli utilizzi sanitari.
Particolare interessante di questi sistemi è il fatto che il raffreddamento delle celle fotovoltaiche ne aumenta l’efficienza. Il solare termico, inoltre, sta sviluppando soluzioni sempre più efficienti e convenienti di solar cooling (raffrescamento solare) – per impianti di medie, grandi dimensioni – utili per comunità, locali pubblici e aziende. Si tratta, però, di impianti che per avere un ritorno economico in tempi accettabili, circa sette anni, sono ancora dipendenti dagli incentivi fiscali. La sfida di medio periodo è l’abbassamento dei prezzi, unito all’aumento dell’efficienza.
Novità in vista anche per la geotermia a bassa entalpia, rinnovabile poco diffusa in Italia perché trova un naturale sbocco nell’edilizia di nuova costruzione che però è assolutamente minoritaria nel Bel Paese. Sono state sviluppate, infatti, sonde a spirale che necessitano di perforazioni tra i dieci e i trenta metri, contro gli oltre cento delle sonde a U e che garantiscono la medesima superficie di scambio. Risultato: abbattimento del 50% dei costi d’installazione. Peccato che il nuovo conto energia sottovaluti molto questa fonte, offrendo incentivi modesti e di corto periodo.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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