Eco Innovation
Piastrella: tra innovazione e sostenibilità
Innovazione, ricerca e sostenibilità sono i driver del distretto della ceramica di Sassuolo che sono utilizzati per uscire dalla crisi
Anche il riciclo diventa una leva di competitività per uscire dalla crisi. La pensano così in uno dei maggiori distretti industriali della ceramica a livello mondiale dove si concentra l’80% della produzione nazionale con 592 aziende, per 23mila addetti e con un export nel 2009 di 2,1 miliardi di euro, quello di Sassuolo, che nonostante rappresenti un eccellenza soffre per la crisi.
Vecchi tubi catodici diventano piastrelle, scarti di lavorazione del settore ceramico si trasformano in malta per l’asfalto, oppure nuove piastrelle dall’aspetto naturale, sono solo alcuni dei 227 progetti presenti nell’elenco di quelli potenzialmente finanziabili dal progetto europeo Eco innovation.
“Eco innovation, piano della Commissione europea, tocca uno spazio temporale che va del 2007 al 2013 – afferma Benedetta Dell’Anno, responsabile Italia di Eco innovation del ministero dell’Ambiente – e finanzia progetti per circa 35 milioni di euro all’anno, per un totale di 200 milioni di euro. I settori coinvolti sono l’edilizia, il riciclo dei materiali, l’industria alimentare e l’industria e gli acquisti verdi. E a dispetto di quanto si possa pensare, l’Italia da anni è quasi sempre prima per numero di progetti presentati e finanziati. Basti pensare che nel 2011 sono 227 quelli arrivati dal Bel Paese, e che tra il 2008 e il 2011, dei 137 presentati, 40 hanno ottenuto i finanziamenti. E il distretto delle ceramiche è una delle fucine di idee innovative e ecosostenibili”.
Tra gli esempi originali citati dalla Dell’Anno, c’è quello di un’azienda che raccoglie vecchi televisori, recupera i tubi catodici, li lavora e li trasforma in piastrelle, quella che riutilizza gli scarti di lavorazione delle piastrelle per crearne delle nuove, evitando così di produrre rifiuti e le imprese si utilizzano dove gli ultrasuoni per tagliare le piastrelle a secco.
“Insomma, l’innovazione in chiave sostenibile c’è è italiana ed è piccola, l’85% delle aziende che presentano progetti all’Eco innovation sono piccole o micro. – ribadisce la Dell’Anno. E c’è di più, serve un poco di d’autostima in più, visto che il 54% delle imprese che sono entrate nell’elenco di quelle interessanti per l’Eco innovation, non avevano mai partecipato a un bando del genere in precedenza”. Se poi ci fosse anche un poco d’apertura a ricerca e innovazione da parte del sistema creditizio, aggiungiamo noi, le cose andrebbero ancora meglio.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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