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osservatorio ecobonus

La domotica valore aggiunto per l’edilizia

La domotica beneficia degli ecobonus ed è una spinta per l'edilizia e per le imprese artigiane specializzate nell'impiantistica

Scritto da il 27 maggio 2016 alle 9:07 | 0 commenti

La domotica valore aggiunto per l’edilizia

Photo: Flickr.com


La conferma è arrivata dall’Agenzia delle Entrate con la circolare 20/E: i sistemi domotici possono godere degli ecobonus, vale a dire delle detrazioni al 65% per le spese sostenute per interventi di efficienza energetica, anche a quelle “per l’acquisto, l’installazione e la messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e/o produzione di acqua calda e/o climatizzazione delle unità abitative, che garantiscono un funzionamento efficiente degli impianti, nonché dotati di specifiche caratteristiche”.
Nella legge di Stabilità erano già presenti, ma la circolare ha di fatto chiarito alcuni aspetti. Per esempio, che tali dispositivi devono:

  • mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici, mediante la fornitura periodica dei dati;
  • mostrare le condizioni di funzionamento correnti e la temperatura di regolazione degli impianti;
  • consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto.

La stessa circolare specifica, inoltre, che si può beneficiare dell’ecobonus per acquistare, installare ed eseguire la messa in opera dei dispositivi multimediali anche nel caso che tali azioni siano effettuate successivamente o anche in assenza di interventi di riqualificazione energetica. E soprattutto puntualizza quanto segue: «considerato che gli interventi in esame hanno un costo ridotto rispetto a quelli già ammessi alla detrazione e che la norma non indica per gli interventi di “domotica” in questione l’importo massimo di detrazione fruibile, si ritiene che questa possa essere calcolata nella misura del 65 per cento delle spese sostenute».

Domotica e Internet of Things, rilancio per le imprese artigiane

La domotica è un’opportunità sempre più interessante, parte integrante dell’ecosistema Internet of Things, innanzitutto. Basti pensare che il potenziale impatto economico dell’IoT a livello globale previsto da una ricerca McKinsey da qui al 2025 si aggira tra i 3,9 e gli 11,1 trilioni di dollari. Di questa fetta, il comparto home (che comprende la domotica) si ricava una fetta tra i 200 e i 350 miliardi.
Non solo è una voce considerevole a livello economico ma è anche un volano per l’edilizia: da tempo, infatti, è rilevato il trend crescente che ha l’impiantistica elettrica ed elettronica, oltre che meccanica nel settore. La Confartigianato ha presentato in questi giorni uno studio in cui si evidenziava il valore dell’IoT e, in esso, della domotica. «Il lavoro artigiano è fortemente coerente con la metamorfosi del sistema produttivo determinata dalla connettività degli oggetti», segnala in una nota, affermando che in particolare «vi sono alcuni ambiti settoriali che rappresentano gli assi portanti dello sviluppo dell’economia dell’IoT quali il settore manifatturiero, il trasporto e la logistica, l’autoriparazione e l’impiantistica interessata dallo sviluppo della domotica». E mostra le cifre: in questi comparti maggiormente interessati dallo sviluppo dello IoT operano 800.305 imprese artigiane con 2.077.433 addetti che rappresentano il 73,6% dell’occupazione dell’artigianato; nei settori IoT oriented operano 1.160.746 micro e piccole imprese con meno di 20 addetti.
E se si vanno a vedere i dati (relativi all’anno 2013 frutto di una elaborazione dell’Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat), sempre riguardanti l’IoT e il peso che ha nelle Pmi si nota che la voce “impiantistica e servizi agli edifici” comprende ben 449.524 piccole e medie imprese su un totale di oltre 1 milione e 160mila.

domotica e internet of things

Il peso specifico dell’impiantistica in edilizia e il futuro della domotica

Altre conferme arrivano dal Cresme. Nel suo secondo Rapporto congiunturale sul mercato dell’installazione di impianti in Italia, in collaborazione tra gli altri con CNA, nel 2015 il fatturato delle imprese dedicate ha sfiorato i 46 miliardi di euro, cifra che raggiunge i 54,5 miliardi aggiungendo il fatturato del cosiddetto “fai da te”. «In pratica, l’impiantistica nel 2015 ha assorbito il 43% delle risorse destinate all’edilizia ed oggi costituisce il 33% del valore della produzione di tutto il settore delle costruzioni», segnala in una nota la Confederazione nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa. E riporta che, secondo il Cresme, in questo sviluppo del settore il ruolo giocato dalle detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia (il 50%) e di efficienza energetica (il 65%) è stato fondamentale: insieme hanno veicolato 28 miliardi di spesa nel 2013, 28,5 nel 2014 e 25,2 nel 2015.
Sul tema è intervenuto Carmine Battipaglia, presidente nazionale di CNA Installazione Impianti, che ha sottolineato come «La maggiore attenzione verso le problematiche ambientali e del risparmio energetico comporta una evoluzione positiva dei mercati collegati a queste tematiche. Inoltre la capacità di produrre reddito e profitti nel mercato immobiliare è profondamente legata alla valorizzazione del prodotto edilizio costruito: riqualificazione edilizia ed energetica, manutenzione degli immobili e dell’ambiente saranno pertanto gli asset che potranno garantire all’intero settore delle costruzioni, sia edilizio che impiantistico, un trend di sviluppo nel medio periodo. Infine il progressivo invecchiamento della popolazione comporterà un maggiore ricorso all’impiantistica orientata al comfort come la domotica».


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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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